Alle 01:24 ora italiana (11:24 ora locale) un violentissimo terremoto magnitudo 8.8 ha colpito l’Estremo Oriente russo, precisamente al largo della penisola di Kamchatka, generando uno tsunami che ha messo in allerta mezzo Pacifico: dalle coste del Giappone fino alla Polinesia francese, passando per le Hawaii, l’Alaska, la costa pacifica degli Stati Uniti, l’America Latina e persino la lontana Nuova Zelanda. Secondo lo U.S. Geological Survey (USGS), il sisma ha avuto epicentro a circa 119 km a Est-Sud/Est di Petropavlovsk-Kamchatsky, città russa con circa 180mila abitanti, a una profondità di 20 km circa. Pochi minuti dopo, il Pacific Tsunami Warning Center (PTWC) ha confermato che il terremoto aveva generato un’onda di tsunami potenzialmente pericolosa per decine di Paesi affacciati sull’Oceano Pacifico.
Terremoto e tsunami nep Pacifico, un evento sismico eccezionale
Il terremoto è stato classificato come uno dei più potenti al mondo dal 2011, anno del disastroso sisma di magnitudo 9.0 al largo del Giappone nordorientale, che provocò un devastante tsunami e il grave incidente nucleare di Fukushima. Per la regione della Kamchatka, si tratta invece del terremoto più forte dal 1952, quando un sisma magnitudo 9.0 generò onde alte fino a 9 metri che arrivarono perfino alle Hawaii.
Secondo il Servizio geofisico dell’Accademia russa delle scienze, il terremoto è un “evento unico“, con repliche che potrebbero proseguire per settimane, alcune delle quali hanno già raggiunto magnitudo 6.9.
Le prime conseguenze in Russia
Nella città di Petropavlovsk-Kamchatsky il sisma ha causato danni a edifici, blackout e interruzioni alle comunicazioni mobili. Alcuni abitanti hanno chiesto assistenza medica, ma non sono stati segnalati feriti gravi. Nelle Isole Curili settentrionali, nella città portuale di Severo-Kurilsk, l’onda anomala ha causato inondazioni in diverse aree già evacuate, come confermato dalla protezione civile russa.
Il sindaco del distretto russo delle isole Curili settentrionali ha reso noto che “tutti” i cittadini sono stati evacuati in seguito allo tsunami che ha causato inondazioni e spazzato via edifici. “Tutti sono stati evacuati. C’era abbastanza tempo, un’ora intera. Quindi tutti sono stati evacuati, tutte le persone sono nella zona di sicurezza“, ha detto il sindaco Alexander Ovsyannikov durante una riunione di crisi con i funzionari. Le Curili formano un arcipelago di 56 isole situate tra l’estremità nordorientale dell’isola giapponese di Hokkaido e la penisola russa della Kamcatka.
Tsunami e allerta in tutto il Pacifico
La potenza del sisma ha scatenato onde di tsunami che, pur non raggiungendo altezze devastanti, hanno costretto diversi Paesi a misure precauzionali:
- Giappone: la Japan Meteorological Agency ha rilevato onde alte 50 cm nel porto di Ishinomaki, nella parte settentrionale del Paese. Più di 900mila persone in 133 municipalità lungo la costa pacifica, da Hokkaido a Okinawa, hanno ricevuto un ordine di evacuazione. Treni locali e traghetti sono stati sospesi, mentre l’aeroporto di Sendai ha chiuso temporaneamente la pista. Fortunatamente, non si sono registrati danni significativi né anomalie nei numerosi impianti nucleari;
- In Cina il Ministero delle Risorse naturali ha deciso di emettere l’allerta di livello giallo in seguito al violento terremoto: la misura interessa la costa orientale del Paese;
- Shanghai è alle prese con la duplice minaccia di un ciclone tropicale e di uno tsunami, con oltre 280mila persone trasferite dalla città e centinaia di voli e servizi di traghetto bloccati. L’arrivo del ciclone tropicale Co-May nella città portuale di Zhoushan, nella provincia di Zhejiang, è stato subito seguito dall’allarme tsunami;
- Hawaii: il governatore Josh Green ha dichiarato lo stato di emergenza, invitando la popolazione a evacuare immediatamente le zone costiere. Le sirene hanno suonato in tutto l’arcipelago e il processo di evacuazione ha causato ingorghi nelle strade, poiché l’allerta tsunami è coincisa con l’ora di punta del traffico pomeridiano;
- Costa pacifica degli Stati Uniti: in Oregon, il dipartimento di emergenza ha previsto onde alte tra 30 e 60 cm e ha raccomandato di evitare spiagge, porti e moli. Un avviso simile è stato diramato per la California, lo Stato di Washington e la British Columbia canadese;
- America Latina: la Marina messicana ha previsto onde comprese tra 30 e 100 cm lungo tutta la costa pacifica, da Ensenada, vicino alla California, fino al Chiapas. Anche il Perù ha emesso un’allerta tsunami per la sua costa, seguito dall’Ecuador, che ha segnalato un “alto rischio” per le Isole Galapagos e per la costa continentale, con possibili arrivi dell’onda tra le 10 e le 13 ora locale;
- Polinesia francese: il PTWC ha previsto onde tra 1 e 3 metri sopra il livello del mare nelle Isole Marchesi, mentre nelle Isole Sottovento e in altri arcipelaghi si attendevano innalzamenti più contenuti;
- Nuova Zelanda: pur trovandosi a circa 9.600 km dall’epicentro, le autorità hanno avvisato la popolazione di allontanarsi da spiagge, fiumi e porti per il rischio di correnti anomale;
- Filippine: il Philippine Institute of Volcanology and Seismology ha messo in guardia le province costiere del Pacifico, invitando i residenti a tenersi lontani dal mare, poiché onde inferiori a 1 metro potrebbero comunque risultare pericolose.

Un’allerta globale
Il terremoto ha avuto un impatto così ampio da spingere anche figure politiche a intervenire: il presidente americano Donald Trump ha scritto su Truth per invitare la popolazione delle Hawaii e della costa pacifica americana a seguire le istruzioni delle autorità.
Il governatore delle Hawaii, in conferenza stampa, ha ribadito la gravità della situazione: “Non è un avviso, ma un’allerta. Questo significa che dobbiamo evacuare subito le zone costiere“. Le onde erano attese per le 19:10 ora locale.
Potente terremoto in Kamchatka
La Kamchatka si trova lungo la cosiddetta Cintura di Fuoco, una fascia sismicamente attiva che circonda il Pacifico, responsabile di circa il 90% dei terremoti più forti del mondo. Qui, la placca pacifica scivola sotto quella nordamericana, accumulando tensione che, quando si libera, provoca violenti terremoti e può generare tsunami.
Il sisma odierno ha avuto una magnitudo comparabile solo a pochissimi eventi negli ultimi decenni. Le onde di tsunami, pur avendo causato meno distruzione rispetto a eventi passati, sono state sufficienti a interrompere trasporti, scuole e attività economiche, dimostrando ancora una volta la vulnerabilità delle aree costiere anche a onde relativamente basse.
Cosa aspettarsi nelle prossime settimane
Gli esperti avvertono che la regione della Kamchatka potrebbe subire nuove repliche fino a magnitudo 7.5, mentre le autorità mantengono l’allerta per possibili nuove onde di tsunami. Intanto, migliaia di persone in Russia, Giappone, Hawaii e altrove rimangono fuori casa, in attesa che passi il pericolo.
#Watch | A tsunami has hit coastal areas of Russia’s Kuril Islands and Japan’s large northern island of Hokkaido after a powerful, 8.8-magnitude earthquake struck off the coast of Russia.#Earthquake #Russia #Japan pic.twitter.com/XrhCiEfFlk
— NDTV (@ndtv) July 30, 2025




















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