Quando si pensa a uno tsunami, l’immaginario collettivo evoca un’enorme onda che si infrange sulla costa come nei film. Ma la realtà è molto diversa – e più inquietante. Gli tsunami sono tra i fenomeni naturali più potenti e imprevedibili della Terra, e per comprenderli davvero bisogna andare oltre la superficie.
Onde che non sembrano onde: cosa rende uno tsunami così diverso
In mare aperto, uno tsunami può passare del tutto inosservato. L’altezza dell’onda, infatti, è spesso inferiore ai 2 metri, ma la sua velocità è impressionante: può superare i 800 km/h, paragonabile a un aereo di linea. A differenza delle comuni onde generate dal vento, lo tsunami coinvolge l’intera colonna d’acqua dal fondale fino alla superficie. E non si tratta di semplici increspature: parliamo di energia sismica pura, generata da terremoti sottomarini, frane o eruzioni vulcaniche.

Cosa succede quando lo tsunami arriva a riva?
L’approssimarsi dello tsunami alla costa è il momento in cui il fenomeno cambia volto. L’acqua diventa sempre più bassa, il fondale si alza, la velocità dell’onda diminuisce. Ma tutta quella energia non sparisce: si comprime, si trasforma. E ciò che appare non è la classica onda con cresta, ma un muro d’acqua che si solleva in pochi istanti. A volte si manifesta come una rapida inondazione, un’onda secca e violenta che travolge ogni cosa.
Spesso il mare si ritira improvvisamente prima dell’arrivo dell’onda principale, un segnale drammatico e visibile che precede la devastazione.
Il più potente mai registrato: il megatsunami di Lituya Bay
Il record assoluto di altezza per uno tsunami è stato registrato il 9 luglio 1958 nella baia di Lituya, in Alaska. Un terremoto di magnitudo 7.8 causò una gigantesca frana da 600 metri di altezza: 30 milioni di metri cubi di roccia precipitarono in mare, generando un’onda alta ben 524 metri. Più dell’Empire State Building.
L’impatto fu tale da radere al suolo interi tratti di foresta, strappando gli alberi lungo le ripide pareti della baia. Fortunatamente l’area era pressoché disabitata: solo alcune imbarcazioni vennero coinvolte, con pochi superstiti e alcune vittime.
Riconoscere un possibile tsunami: ciò che dovremmo sapere
- Le onde di tsunami sono quasi invisibili in mare, ma possono diventare letali sulla costa.
- Possono spostare interi volumi d’acqua per centinaia di chilometri.
- Le condizioni meteo non c’entrano: è energia geofisica, non atmosferica.
- Un ritiro improvviso del mare è spesso il segnale di pericolo imminente.
Uno dei pericoli più sottovalutati
Gli tsunami non sono onde comuni. Sono manifestazioni estreme di forza naturale, difficili da prevedere e spesso impossibili da contenere. Comprenderne la dinamica è fondamentale per salvare vite. Studiare eventi come quello della Lituya Bay aiuta a migliorare i sistemi di allerta precoce e a coltivare una cultura della prevenzione, sempre più necessaria in un mondo esposto a rischi geofisici crescenti.


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