Clima, nel 2025 Alpi e ghiacciai sempre più fragili e instabili tra frane ed eventi estremi: il rapporto

Clima, 40 gli eventi franosi documentati in alta quota, soprattutto crolli di roccia e colate detritiche. In aumento gli eventi meteo estremi: 154 quelli mappati in questi 11 mesi dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente nelle regioni dell’arco alpino

Alpi e ghiacciai sempre più fragili, vulnerabili e soprattutto instabili. Nel 2025 il campanello d’allarme arriva da frane, crolli di roccia e colate detritiche in alta quota, ma anche dall’aumento degli eventi meteo estremi che investono sempre più le regioni alpine, complice il cambiamento climatico che causa la fusione dei ghiacciai alpini e le piogge intense anche in alta quota. A scattare questa fotografia è il VI report Carovana dei ghiacciai di Legambiente dal titolo “Ghiacciai alpini ed eventi estremi in un clima che cambia”, presentato oggi a Torino, presso il Museo nazionale della montagna “Duca degli Abruzzi”, in vista della Giornata internazionale della montagna (che si celebra l’11 dicembre) e realizzato in collaborazione con CIPRA ITALIA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi), con la Fondazione Glaciologica Italiana in qualità di partner scientifico, e con partner FRoSTA e Sammontana e partner tecnico EPHOTO.

Eventi franosi

Nel 2025 da inizio gennaio ad oggi sono 40 gli eventi franosi documentati ad alta quota nell’arco alpino, concentrati soprattutto nella stagione estiva, con un crescendo dal mese di giugno (10) ad agosto (18). In particolare, da inizio anno i crolli di roccia, stando all’analisi della ricercatrice Marta Chiarle del CNR-IRPI, hanno quasi eguagliato per numerosità le colate detritiche (rispettivamente 18 e 20 eventi documentati).

Il Veneto con 17 eventi franosi e la Valle D’Aosta, con 12, le regioni più colpite. Ai dati del 2025 si affiancano quelli sul lungo periodo: dal 2018 al 2025, stando all’elaborazione di Legambiente su dati Ispra-Inventario dei fenomeni franosi in Italia (Progetto IFFI), sono ben 671 gli eventi franosi principali registrati nelle sette regioni dell’arco alpino (Liguria, Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto-Adige, Friuli-Venezia Giulia). Un territorio, quello delle regioni dell’arco alpino, dove sino ad oggi sono state censite e mappate – stando ai dati di ISPRA riportati sulla piattaforma Idrogeo e sull’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI) – oltre 239mila frane che interessano più di 276mila persone.

Eventi meteo estremi

Nel 2025 preoccupa anche l’aumento degli eventi meteo estremi nelle regioni alpine. Secondo i nuovi dati aggiornati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, sono ben 154 quelli registrati da gennaio a fine novembre 2025 nelle regioni dell’arco alpino contro i 146 del 2024. Allagamenti da piogge intense, 52 casi, seguiti da danni da vento (27), esondazioni fluviali (25) e frane da piogge intense (21) gli eventi meteo più frequenti.

La Lombardia si conferma la regione più colpita con 50 eventi meteo estremi che hanno causato danni, seguita da Veneto (32), Piemonte (28) e Liguria (27).

E con l’avanzare del cambiamento climatico la situazione potrebbe aggravarsi: un recente studio condotto dagli scienziati delle università di Losanna (UNIL) e di Padova, basato sull’analisi dei dati di quasi 300 stazioni meteorologiche montane, indica che un aumento di 2°C della temperatura regionale potrebbe raddoppiare la frequenza di questi eventi estremi.

Altro alert riguarda anche l’aumento delle temperature, che accelera da un lato la fusione dei ghiacciai e dall’altra comporta meno nevicate. In 60 anni sulle Alpi Italiane, secondo i dati emersi da Carovana dei ghiacciai 2025 di Legambiente e dai dati della Fondazione Glaciologica Italiana, si è persa un’area glaciale di oltre 170km2.

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