CME più debole del previsto: possibili disturbi geomagnetici ma niente tempesta

La Terra è stata sfiorata solo marginalmente dalla nube di plasma, un’espulsione di massa coronale proveniente dal Sole

Come annunciato nei giorni scorsi, una coronal mass ejection (CME) – un’espulsione di massa coronale proveniente dal Sole – ha raggiunto il campo magnetico terrestre ieri 9 dicembre. L’impatto, però, si è rivelato sorprendentemente debole rispetto alle stime iniziali, smentendo le previsioni di una tempesta geomagnetica più intensa. Le CME sono enormi nuvole di plasma e campi magnetici che il Sole lancia nello Spazio durante periodi di attività elevata. Quando una di queste strutture colpisce la magnetosfera terrestre, può innescare tempeste geomagnetiche, fenomeni che vanno da innocui spettacoli luminosi – come le aurore – fino a potenziali disturbi per satelliti, comunicazioni radio e reti elettriche.

In questo caso, però, la Terra è stata sfiorata solo marginalmente dalla nube di plasma. La debolezza dell’impatto non ha permesso alla magnetosfera di entrare in uno stato di forte agitazione, e la tempesta geomagnetica prevista non si è materializzata.

Non è escluso comunque qualche effetto residuo: mentre il nostro pianeta attraversa la scia della CME, potrebbero verificarsi episodi di attività geomagnetica di classe G1, considerata “minore” nella scala dello Space Weather Prediction Center della NOAA. Un livello G1 può generare leggere fluttuazioni nelle reti elettriche ad alte latitudini e causare piccoli disturbi nelle comunicazioni radio, ma resta generalmente innocuo.

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