Una ricerca guidata dall’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Ibpm) ha caratterizzato un particolare RNA non codificante (lncRNA), che non dà, cioè, origine a proteine, con un ruolo chiave nella sopravvivenza delle cellule tumorali del medulloblastoma di gruppo 3, la forma più aggressiva di tumore pediatrico del cervelletto. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell Death & Disease, si inserisce nel contesto delle RNA-based therapies, una delle frontiere della medicina di precisione, ed è stato realizzato con il supporto del Centro Nazionale per lo Sviluppo di Terapia Genica e Farmaci con Tecnologia a RNA, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Coordinato da Pietro Laneve (Cnr-Ibpm), il lavoro è il risultato di una collaborazione che ha coinvolto anche ricercatrici e ricercatori della Sapienza Università di Roma guidati da Monica Ballarino, esperta di lncRNA, e del Center for Life Nano- & Neuro-Science dell’Istituto Italiano di Tecnologia.
“La ricerca ha rivelato che questa molecola, denominata lncMB3, agisce come un potente fattore anti-apoptotico, impedisce, cioè, la morte delle cellule tumorali”, spiega Laneve. “Interagendo con specifici partner funzionali, essa è infatti grado di ‘controllare’ il destino delle cellule tumorali alterando l’espressione di geni che svolgono un ruolo fondamentale per l’equilibrio tra proliferazione e morte cellulare programmata, nonché di geni ritenuti driver del medulloblastoma di gruppo 3”. Lo studio propone anche interessanti risvolti applicativi: “disattivando lncMB3 nelle cellule tumorali, si attivano processi di apoptosi e di riduzione della vitalità cellulare, effetti che risultano amplificati in combinazione con alcuni chemioterapici, come il cisplatino, come dimostrato in collaborazione con Daniela Trisciuoglio (Cnr-Ibpm)”, aggiunge Laneve. “Una possibile futura strategia terapeutica per contrastare il tumore consiste nell’impiegare nanovettori di ferritina umana, sviluppati da Elisabetta Falvo e Pierpaolo Ceci (Cnr-Ibpm), efficaci nel veicolare alle cellule di medulloblastoma molecole ‘antagoniste’ di lncMB3”. L’inibizione di lncMB3, quindi, potrebbe aprire la strada ad approcci che integrano biologia dell’RNA e nanotecnologie.
“Stiamo perfezionando potenziali agenti terapeutici che saranno testati in vivo in modelli preclinici”, conclude il ricercatore. “Il medulloblastoma di gruppo 3, caratterizzato da elevati tassi di recidiva e metastasi, rappresenta una sfida della neuro-oncologia pediatrica. La scoperta di lncMB3 e del suo meccanismo d’azione fornisce una nuova chiave di lettura della malattia e apre la via a terapie più mirate e meno tossiche, basate sull’interferenza selettiva di RNA non codificanti patologici”.



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