Energia: l’Italia riscopre il nucleare, tra sicurezza, lavoro e obiettivi climatici

Il rilancio del settore nucleare in Italia potrebbe generare 117.000 nuovi posti di lavoro potenziali

Il dibattito sull’energia in Italia subisce una svolta decisiva con il ritorno del nucleare al centro della strategia nazionale. L’Associazione Italiana Nucleare (AIN) ha presentato oggi il dossier “Nucleare in Italia: Dal dire al fare” in occasione della Giornata Annuale, evidenziando il ruolo cruciale di questa fonte per fronteggiare una domanda elettrica in crescita esponenziale e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Secondo i dati chiave del dossier, il rilancio del settore nucleare in Italia potrebbe generare 117.000 nuovi posti di lavoro potenziali, sostenuto da una supply chain europea in grado di assicurare un’autonomia fino al 90%. Questo scenario si rende necessario di fronte a una previsione di aumento della domanda elettrica pari al 165% entro il 2030, spinta da fenomeni come la digitalizzazione, i data center, l’intelligenza artificiale e l’elettrificazione dei riscaldamenti.

Il Presidente di AIN e dell’European Nuclear Society, Stefano Monti, ha sottolineato la necessità di un approccio energetico integrato per la decarbonizzazione. Mentre le rinnovabili sono in aumento, Monti avverte che “da sole non bastano a garantire stabilità e sicurezza del sistema“. L’accordo europeo sullo stop al gas russo dal 2027 rende urgente l’affiancamento di fonti programmabili, sicure e ad alta affidabilità. In un contesto geopolitico fragile, il nucleare è presentato non solo come una scelta climatica, ma come una leva strategica per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati e lo svantaggio competitivo dell’industria italiana.

A rafforzare questo impegno, è stato firmato un Memorandum con Anima Confindustria per consolidare la filiera industriale nazionale.

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha accolto favorevolmente l’iniziativa, ribadendo che il nucleare può contribuire in modo decisivo alla sicurezza energetica, competitività industriale e obiettivi climatici. Tuttavia, ha posto l’accento sulla necessità di un “confronto trasparente con istituzioni, imprese, comunità scientifiche e cittadini” per garantire che le scelte sul futuro energetico siano “condivise, comprese e sostenibili” e trasformare il dibattito in attuazione basata su evidenze scientifiche.

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