Frana di Cisone, cala la velocità di scivolamento ma resta il rischio per la statale 665

La frana di Cisone, sull'Appennino parmense, desta ancora preoccupazione: sopralluogo di Anas e Regione

Si è riattivata da una settimana e minaccia la statale 665 Massese percorsa ogni giorno da residenti, lavoratori e mezzi pesanti. Sull’Appennino parmense la frana di Cisone desta ancora preoccupazione. Quattro scavatori continuano a lavorare senza sosta. La “lingua” dello smottamento è larga circa 60 metri e lunga 500 e continua a scivolare verso il basso, con una velocità comunque minore rispetto ai giorni iniziali. In caso di allerta meteo, la Massese potrà essere preventivamente chiusa per scongiurare rischi o situazioni di pericolo.

Questa mattina si è svolto un sopralluogo con il sindaco di Tizzano, Isabella Rossi, il Presidente dell’Unione Montana Est e sindaco di Palanzano, Ermes Boraschi, e rappresentanti della Provincia di Parma. Presenti i tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione Civile, già impegnati nel monitoraggio e negli interventi di drenaggio dell’acqua nel corpo della frana, e di Anas.

Ringrazio i tecnici che, in questi giorni, sono e sono stati al lavoro sulla frana, e le istituzioni locali, con cui siamo in continuo contatto, oltre ad esprimere vicinanza alle comunità colpite“, ha commentato Manuela Rontini, sottosegretario alla Presidenza delle Regione con delega alla Protezione Civile. “C’è massima attenzione, da parte nostra, alla situazione. Fortunatamente non ci sono abitazioni coinvolte, ma il problema più rilevante riguarda la Statale 665, attualmente transitabile, anche se a senso unico alternato; è un’arteria molto importante perché rappresenta il collegamento tra la Val Parma e la Val d’Enza, ed è un punto nodale per tutta l’economia della zona”.

Ultimi approfondimenti di GEOLOGIA