Il potente terremoto magnitudo 7.5 che 2 giorni fa ha colpito la costa settentrionale del Giappone continua a far sentire i suoi effetti, non solo sul territorio ma anche sulla percezione del rischio da parte della popolazione e delle autorità. Nelle ultime ore il numero dei feriti è salito a 51, confermando la gravità dell’evento che ha colpito l’area di Aomori, una delle regioni più esposte alla sismicità del Paese. Oltre ai danni materiali – edifici danneggiati, strade distrutte, finestre infrante e onde anomale fino a 70 centimetri – l’episodio ha riportato l’attenzione sulla complessa geodinamica dell’arcipelago giapponese, posto in un punto nevralgico del sistema delle placche tettoniche. L’allerta rimane alta: la Japan Meteorological Agency (JMA) ha infatti diffuso un raro avviso speciale, segnalando un aumento significativo della probabilità che nei prossimi giorni possa verificarsi un’altra scossa di intensità pari o superiore. Un richiamo alla prudenza che si inserisce in un contesto di forte vulnerabilità, in un Paese che convive quotidianamente con i movimenti del sottosuolo ma che, proprio per questo, possiede una delle reti di prevenzione e monitoraggio più avanzate al mondo.
Possibili nuove forti scosse
La Japan Meteorological Agency (JMA) ha emesso ieri un avviso speciale, uno strumento utilizzato in circostanze eccezionali, avvertendo che la probabilità di un nuovo terremoto di uguale o maggiore intensità è aumentata. Gli scienziati parlano di una probabilità stimata di circa 1 su 100 nei prossimi 7giorni, un numero che può sembrare basso, ma che è in realtà elevato rispetto agli standard statistici dei periodi di quiete.
Secondo la JMA, la zona più esposta comprende l’area di Sanriku, sulla punta nordorientale di Honshu, e l’isola settentrionale di Hokkaido, entrambe affacciate sul Pacifico e caratterizzate da una lunga storia di sismicità intensa. Nel caso in cui si verificasse una nuova scossa di grande entità, l’Agenzia avverte della possibilità di forti vibrazioni al suolo e dell’arrivo di un tsunami significativo.
Una regione geologicamente complessa: perché il rischio è così alto
Il Giappone si trova al crocevia di diverse placche tettoniche e vive quotidianamente con il rischio sismico. In particolare, diverse aree costiere – tra cui Sanriku e la regione di Nankai – sono soggette a processi di subduzione: la placca oceanica si immerge sotto quella continentale, accumulando energia destinata prima o poi a essere rilasciata.
Nell’agosto 2024, proprio in virtù di questo meccanismo, la JMA aveva emesso il primo avviso speciale della sua storia, rivolto alla costa pacifica meridionale del Paese. Temendo un possibile “megaterremoto” lungo la Fossa di Nankai, lunga 800 km, il governo aveva delineato scenari drammatici: fino a 298mila vittime e danni per oltre 2mila miliardi di dollari in caso di evento catastrofico.
L’avviso è poi stato revocato dopo una settimana, ma non senza conseguenze: corsa agli scaffali dei supermercati, acquisto compulsivo di beni di prima necessità – in particolare riso e acqua – e un’ondata di cancellazioni turistiche.
Aomori e Hokkaido: comunità in allerta
Nelle zone colpite dal sisma di questi giorni, le autorità locali invitano alla vigilanza senza allarmismi. Ospedali, infrastrutture di emergenza e reti di trasporto restano sotto monitoraggio costante. Tecnici e squadre di pronto intervento stanno valutando edifici e strade per rilevare eventuali danni strutturali ritardati.
I cittadini, intanto, vengono invitati a:
- assicurare la stabilità di mobili e oggetti pesanti in casa;
- controllare le vie di evacuazione verso aree sopraelevate;
- preparare kit di emergenza con acqua, alimenti, radio portatile e medicinali essenziali.
La scienza dei terremoti: molto da prevedere, poco da predire
Va ricordato che prevedere esattamente una scossa – luogo, ora, magnitudo – resta impossibile con la tecnologia attuale. È tuttavia possibile valutare il rischio statistico dopo un evento significativo, come quello di Aomori, quando l’interazione tra faglie può provocare effetti a catena. Il nuovo avviso della JMA va letto proprio in questo contesto: una prudente comunicazione del rischio destinata a salvare vite, senza creare allarmismo.


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