Un satellite di Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, continua a tracciare l’iceberg D15a, che si trova ora nel Mare del Commonwealth, in Antartide. L’immagine in alto è stata catturata dal satellite Kondor-FKA. Ecco cosa sappiamo di questo gigante di ghiaccio, grazie al suo nome. Nel sistema di nomenclatura gestito dal National Ice Center statunitense, i nomi degli iceberg non sono casuali ma raccontano la loro origine geografica e la loro storia:
- La lettera “D” – Indica che l’iceberg originario si è staccato dal settore orientale dell’Antartide (tra 0° e 90° di longitudine Est), specificamente nell’area che comprende la piattaforma di ghiaccio Amery e la piattaforma Ovest;
- Il numero “15” – Indica che è stato il quindicesimo iceberg significativo tracciato in quella specifica regione;
- La lettera “a” – Questo suffisso è fondamentale. Ci rivela che non stiamo guardando l’iceberg originale intatto, ma il suo frammento più grande (o uno dei principali) derivato da una frattura successiva.
Perché monitoriamo gli iceberg?
L’iceberg D15a è un iceberg tabulare, caratterizzato da una superficie superiore piatta e pareti ripide. Questi colossi possono vagare per anni, spinti dalle correnti oceaniche e dai venti catabatici che soffiano dal continente. Il monitoraggio satellitare è cruciale per 2 motivi principali:
- Sicurezza della navigazione – Iceberg di queste dimensioni rappresentano un pericolo mortale per le navi scientifiche e commerciali che operano nelle acque australi;
- Studio dei cambiamenti climatici – Il tasso di frammentazione e lo scioglimento di questi iceberg forniscono dati essenziali sul riscaldamento degli oceani. Man mano che il D15a si sposterà verso acque più calde, rilascerà enormi quantità di acqua dolce fredda, influenzando la salinità locale e la circolazione delle correnti marine.


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