Nvidia tra Washington e Pechino: una nuova tregua sui chip

Dopo anni di restrizioni, il colosso dei chip Nvidia torna a vendere in Cina tra compromessi tecnologici e sicurezza nazionale

Da anni la tecnologia dei semiconduttori è al centro dello scontro tra Stati Uniti e Cina. Il settore, cruciale per l’intelligenza artificiale e la difesa, ha visto un crescendo di restrizioni americane mirate a limitare l’accesso cinese ai chip più avanzati. Tutto inizia ad agosto 2022, quando l’allora presidente Joe Biden firma il Chips and Science Act, stanziando 52 miliardi di dollari per rafforzare la produzione nazionale di semiconduttori. Pochi mesi dopo, gli Stati Uniti impongono restrizioni all’export e inseriscono 36 aziende cinesi nella cosiddetta “black list”, accusate di legami con la difesa.

L’inasprimento prosegue con il lancio di nuovi chip e dispositivi IA da parte di aziende cinesi e americane, fino a nuove limitazioni decise da Biden a fine 2024. Tuttavia, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2025, alcune restrizioni vengono allentate, consentendo a Nvidia di esportare i chip H20 in Cina, anche se Pechino incentiva presto l’uso di semiconduttori locali.

Il culmine arriva a dicembre 2025: Trump e Xi Jinping hanno annunciato un accordo che permette a Nvidia di vendere i chip H200 in Cina, garantendo però la sicurezza nazionale americana. Un compromesso che riflette le tensioni tecnologiche globali e il delicato equilibrio tra commercio e sicurezza.

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