Mentre ci avviciniamo al cuore delle festività natalizie, l’atmosfera europea è teatro di una complessa battaglia tra diverse figure bariche. Analizzando i dati provenienti da ECMWF (Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine), Met Office (Regno Unito), DWD (Germania), Météo-France e AEMET (Spagna), emerge un quadro che tende prevalentemente al mite, ma con una significativa incognita fredda che potrebbe rimescolare le carte proprio a ridosso del Capodanno. Vediamo tutti i dettagli degli ultimi aggiornamenti a medio e lungo termine.
Il quadro generale: la Niña e il Vortice Polare
Secondo le analisi a lungo termine di Severe Weather Europe e del Copernicus Climate Change Service, l’inverno 2025-2026 è influenzato da un evento debole di La Niña nel Pacifico e da un Vortice Polare stratosferico attualmente debole e disturbato. Tuttavia, nonostante questi segnali solitamente propizi al freddo, la circolazione atmosferica sull’Atlantico è rimasta finora vigorosa, spingendo masse d’aria miti verso il continente. La domanda cruciale per Natale è: il blocco di alta pressione riuscirà a formarsi in tempo?

Il miraggio del “Bianco Natale” per l’Europa centrale
Il servizio meteorologico tedesco, nei suoi bollettini aggiornati al 9-10 dicembre, smorza gli entusiasmi per un Natale innevato in pianura. Il DWD segnala una fase “autunnale“, con temperature che in questi giorni hanno toccato punte di +10/+15°C. La probabilità della classica situazione meteo di Natale (il “Weihnachtstauwetter“, ovvero il disgelo natalizio) è paradossalmente bassa, semplicemente perché non c’è nulla da disgelare. Le previsioni indicano una persistenza di correnti sud-occidentali miti.
Tuttavia, i modelli mostrano un possibile cambio di circolazione (Großwetterlage) verso il 25-26 dicembre. Se l’alta pressione dovesse posizionarsi sulla Scandinavia, si attiverebbe un flusso retrogrado freddo da est, ma al momento lo scenario più probabile (oltre il 60%) rimane quello di un Natale “verde“, grigio e piovoso, o nebbioso con inversioni termiche.
In Francia, lo scenario è dominato dalle perturbazioni atlantiche. Fino al 20-22 dicembre, il flusso sarà zonale (da ovest verso est), portando piogge frequenti e temperature superiori alle medie stagionali (spesso oltre i +10°C su gran parte del paese). Per la settimana di Natale, Météo-France intravede una possibile rimonta anticiclonica. Questo non significherebbe necessariamente sole e caldo, ma piuttosto tempo stabile, cieli grigi (nubi basse) e temperature in linea con le medie o leggermente sopra. La neve sarà confinata alle quote medie dei Pirenei e delle Alpi.

Blocco atlantico: il segnale dai centri meteo britannici
Il Met Office britannico e il Met Éireann irlandese stanno monitorando attentamente un segnale interessante per la fine del mese. Secondo le analisi probabilistiche di ECMWF, c’è una probabilità del 38% (in crescita) che si instauri un regime di “Blocking” (Blocco Scandinavo) proprio intorno a Natale, con conseguenze importanti su tutto il Continente. In questo caso, si aprono due scenari:
- Scenario A: Il blocco non è abbastanza forte o è posizionato troppo a est. Risultato: Natale mite, ventoso e umido, con piogge atlantiche che colpiscono l’ovest del Regno Unito.
- Scenario B: L’alta pressione si isola a nord, permettendo all’aria fredda di scendere. Questo porterebbe condizioni più secche e fredde, con gelate notturne e nebbie, ma non necessariamente neve diffusa (la neve rimarrebbe probabile solo sulle colline del nord e in Scozia).
Verso l’inizio del 2026, il segnale per un tempo più stabile e secco aumenta, suggerendo un Capodanno freddo (da inversione) e nebbioso piuttosto che tempestoso.
Le previsioni opposte degli spagnoli
L’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola (AEMET) dipinge un quadro di stabilità quasi disarmante. Si prevedono infatti anomalie termiche positive significative. Città come Bilbao o Oviedo potrebbero sfiorare i +20°C, mentre nel sud-est (Alicante, Murcia) si potrebbero toccare i +24/+25°C durante le festività. Come se fossimo a Pasqua, anziché a Natale. Le precipitazioni sarebbero scarse o assenti su gran parte della penisola iberica. L’unica eccezione potrebbe essere l’estremo nord-ovest (Galizia), dove le code dei fronti atlantici potrebbero portare qualche pioggia verso Capodanno.

Colpo di scena a Capodanno?
Se il Natale sembra ormai “compromesso” (in senso invernale) dalla mitezza atlantica, le proiezioni a lungo raggio di ECMWF e le analisi di Severe Weather Europe suggeriscono di guardare con attenzione ai primi giorni di Gennaio 2026. Si prevede infatti un ulteriore indebolimento del Vortice Polare stratosferico verso la fine dell’anno. Gli effetti di questi riscaldamenti stratosferici (Stratwarming) impiegano tempo per propagarsi al suolo (troposfera). È plausibile che, subito dopo Capodanno, il flusso zonale atlantico si interrompa bruscamente. Questo aprirebbe la porta a irruzioni fredde artiche o continentali verso l’Europa centrale e meridionale nella prima decade di gennaio.
Il vero Inverno, quindi, potrebbe arrivare in ritardo, manifestandosi concretamente solo dopo l’Epifania, se i segnali di rottura del Vortice Polare verranno confermati. Ma la confusione regna sovrana e le differenti visioni tra i vari centri di calcolo rendono la previsione meteo a lungo termine molto incerta e ricca di punti interrogativi. Ricordiamoci che siamo ancora al 10 dicembre e pretendere oggi di prevedere il tempo che farà a Natale, tra 15 giorni, è davvero un azzardo.


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