Una palla di fuoco verde nei cieli italiani: il Bolide dell’Immacolata era un “frammento asteroidale”

Nella Festa dell'Immacolata, alle 20:54, un oggetto cosmico ha attraversato l'atmosfera, generando un'onda di stupore: ecco di cosa si è trattato

Una scia verdastra, luminosa come un faro, ha improvvisamente squarciato il buio della sera italiana. L’appuntamento era inatteso: l’8 dicembre 2025, proprio nella tradizionale ricorrenza della Festa dell’Immacolata, il cielo ha regalato uno spettacolo celeste eccezionale. Alle 20:54:30 ora italiana, un oggetto cosmico ha attraversato l’atmosfera, generando un’onda di stupore visibile da migliaia di persone. Il protagonista di questo fugace ma indimenticabile show notturno è stato un bolide, ovvero una meteora di dimensioni e luminosità tali da competere con la Luna piena, che ha generato centinaia di segnalazioni immediate e un diffuso tam-tam sui social. Non si trattava di una semplice “stella cadente”, ma del passaggio di un autentico “frammento asteroidale” la cui traiettoria e composizione sono state immediatamente oggetto di studio da parte della comunità scientifica.

Un bolide luminoso

L’oggetto è stato avvistato esattamente alle 20:54:30 ora italiana (19:54:30 UTC), come riportato da Albino Carbognani, ricercatore dell’INAF-Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna, in un approfondimento pubblicato sul sito web di PRISMA (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera).

L’intensità e la durata del fenomeno sono state tali da scatenare un’ondata di partecipazione. “Immediatamente, sono iniziate ad arrivare centinaia di segnalazioni visuali, il che accade solo quando il fireball è brillante e di lunga durata“, spiega Carbognani. Sul sito web dell’IMO (che raccoglie anche i dati di PRISMA), sono state registrate “quasi 400 segnalazioni relative all’evento“, accompagnate da video e immagini.

I colori del bolide

Le descrizioni dei testimoni oculari presentano alcune variazioni, tipiche delle osservazioni amatoriali. Il bolide, classificato come fireball, è stato descritto da alcuni come “una specie di palla rossa/gialla seguita da una grande coda verde“, mentre per altri testimoni era “la testa a essere di colore verde“.

La traiettoria intercettata dalla Rete PRISMA

Il fenomeno è stato un bersaglio perfetto per la rete di sorveglianza. Ben 13 stazioni di PRISMA hanno registrato il passaggio, tra cui Rovigo, Loiano, Medicina, Zicavo, e Chianti. Dall’analisi dei dati registrati, i ricercatori hanno potuto ricostruire la traiettoria:

  • Inizio – L’oggetto ha iniziato a essere visibile a una quota di 80 km, con una velocità d’ingresso di circa 19 km/s;
  • Percorso – La traiettoria, “proiettata al suolo“, ha avuto una lunghezza totale di circa 180 km, partendo da Donoratico, in Toscana, e terminando la sua corsa sull’Appennino, precisamente sul Monte Bric Pertuso, nell’entroterra a est di Genova. La direzione è stata da Sud/Est verso Nord/Ovest.
  • Durata eccezionale – L’evento è durato circa 12 secondi, “molto lunga per un fireball“, come sottolinea Carbognani. Questa lunga permanenza nel cielo è dovuta all’angolo di incidenza poco profondo, con un’inclinazione di circa 12° rispetto alla superficie terrestre.

L’identikit

La triangolazione e i calcoli orbitali hanno permesso di stabilire l’origine e la natura dell’oggetto celeste. “L’orbita eliocentrica percorsa dal meteoroide prima di entrare nell’atmosfera terrestre indica che si trattava di un tipico frammento asteroidale di qualche decina di cm di diametro“, ha evidenziato Carbognani.

Questo frammento, prima di scontrarsi con l’atmosfera terrestre, viaggiava su un’orbita di tipo Apollo. Questa classe di asteroidi è caratterizzata dal fatto che il loro perielio (il punto più vicino al Sole) è all’interno dell’orbita terrestre, mentre l’afelio (il punto più lontano) si trova nella fascia principale degli asteroidi tra Marte e Giove.

Possibili meteoriti?

Nonostante la spettacolarità, la possibilità di recuperare frammenti a terra (meteoriti) non è elevata. L’estinzione del bolide è avvenuta a una quota relativamente alta, circa 40 km, con una “velocità residua di quasi 8 km/s“. Secondo Carbognani, l’elevata velocità finale “non fa ben sperare per quanto riguarda il ritrovamento di eventuali meteoriti“. Inoltre, l’eventuale “strewn field” (il campo di dispersione dei frammenti) ricadrebbe sull’Appennino in una zona “impervia e non facile da raggiungere“.

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