Lo stanziamento previsto è di 60 milioni di euro per il 2019 e 70 milioni per gli anni 2020 e 2021 valevole per vetture nuove immatricolate fra il 1° marzo 2019 e dicembre 2021 che abbiano un prezzo di listino fino a 45.000 euro Iva esclusa.
Sarebbero stati previsti due scaglioni di bonus, il primo va da 0 e 20 grammi/km di CO2 (quindi auto elettriche) e dà diritto ad uno sconto di 6.000 euro, il secondo va da 21 a 70 grammi/km di CO2 ( ibride plug-in) con uno sconto di 2.500 euro.
Diverso l’importo in caso di auto da rottamare che deve essere una Euro 0, 1, 2, 3, 4 e intestata a chi acquista l’auto nuova o ad un familiare convivente.
Ecco una semplice tabella riepilogativa:
CO2 | Bonus con rottamazione | Bonus senza rottamazione |
0-20 g/km | 6.000 € | 4.000 € |
21-70 g/km | 2.500 € | 1.500 € |
Dalla parte opposta invece troviamo i “malus”, si partiva da una soglia limite inizialmente proposta di 110 g/km di CO2, per cui circa il 90% delle autovetture sarebbero state coinvolte. Adesso la soglia è salita a 161 g/km di CO2 e l’importo da pagare a partire dal 1° marzo 2019 è stato suddiviso in quattro scaglioni:
CO2 | Malus |
161 ai 175 g/km | 1.100 € |
176 ai 200 g/km | 1.600 € |
201 ai 250 g/km | 2.000 € |
250 g/km in su | 2.500 € |
Alla luce di questi dati la domanda sorge spontanea: che senso ha tassare una vettura nuova che sostituisce quasi certamente una più vecchia e inquinante?
Nelle strade italiane continuerebbero a circolare veicoli con oltre 20 anni di età, penalizzando l’acquisto di auto nuove che, in ogni caso, inquinerebbero meno di una già circolante. Il rischio è quello che si vendano meno vetture, più piccole e meno potenti che si tradurrebbe in meno Iva per lo Stato, meno bollo e meno consumi quindi meno accise, chi poteva comprare un’auto costosa prima probabilmente continuerà a farlo mentre chi voleva solamente togliersi uno sfizio con sacrificio ci penserà due volte.