Terremoto Gargano, risentimento diffuso del 4° grado da Termoli a Foggia e Vieste. Epicentro nel lago di Varano, zona ad alto rischio tsunami

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A seguito dell’evento sismico registrato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in provincia di Foggia alle ore 6.25, con magnitudo 3.9 a 22 km di profondità, non sono stati segnalati al momento danni a persone o cose. Lo comunica il dipartimento della protezione civile. L’epicentro della scossa è stato nel lago di Varano, in una zona ad alto rischio tsunami. Il risentimento sismico è stato del 4° grado Mercalli su una vastissima area tra Molise e Puglia settentrionale, da Foggia a Termoli fino a Vieste. In base alle segnalazioni ricevute dall’INGV tramite il servizio “Hai Sentito il Terremoto”, la scossa è stata distintamente avvertita a Foggia, San Giovanni Rotondo, San Severo, Vieste, Manfredonia, Termoli, Lucera, San Marco in Lamis, Rodi Garganico, Monte Sant’Angelo. Si tratta di una zona sismica, con numerose scosse superiori a magnitudo 3.5 negli ultimi anni.

Lo tsunami del Gargano. Il 30 luglio 1627, alle 10.50, si verifica un violento terremoto con epicentro tra i paesi di S. Severo e Lesina (DBMI04, Stucchi ed altri, 2007), al margine occidentale del Promontorio del Gargano, a Nord Est di Foggia. Il potente sisma, grado X-XI sulla scala Mercalli e magnitudo stimata 6.7, viene avvertito in tutto il Meridione, dall’Abruzzo alla Sicilia. Le cittadine più distrutte sono S. Severo (dove muoiono circa 800 persone), Apricena (dove perisce oltre il 40% della popolazione residente), Serracapriola (circa 2000 morti), Torremaggiore e S. Paolo di Civitate. In totale si stima che siano decedute almeno 4500 persone, forse 5000. Al sisma segue un forte tsunami (intensità 5 su 6) che colpisce le zone circostanti il Lago di Lesina dove le acque dapprima si ritirano e poi tornano con violenza, inondando la costa per circa 3 km all’interno: si calcola che questa sia la massima ingressione marina su una costa italiana mai verificata ed accertata.
Il Lago è separato dal mare da un cordone litoraneo di dune, di altezza media intorno a tre metri, con un massimo di 8 metri. Le onde dunque, con un run-up stimato di almeno 5 metri, scavalcano le dune e attraversano l’intero lago, giungendo oltre il paese di Lesina. A testimonianza del fenomeno la formazione di un “conoide di accumulo” in località La Torre, chiara evidenza geomorfologica di uno tsunami (Gianfreda ed altri, 2001). Altre zone sono interessate da questo maremoto: anche alla foce del fiume Fortore, poco a nord del Lago di Lesina, le acque si ritirano e poi tornano con violenza. In pratica si può ritenere che l’area litoranea interessata in maniera preponderante dallo tsunami sia delimitata a nord da Termoli ed a Sud dal Monte d’Elio. Tuttavia gli effetti dello tsunami si avvertono, sia pure in misura minore, in un’area più ampia: a sud per tutto il Promontorio e fino a Manfredonia dove alcune fonti citano l’arrivo di un’onda con run-up di almeno 2 metri la quale avrebbe arrestato la sua corsa contro le mura della cittadina senza provocare danni (Tinti ed altri, 2004). Alcuni autori (Zecchi, 2006) descrivono un fenomeno di sollevamento delle acque, di 2-300 metri, anche in corrispondenza della foce del Fiume Foro, tra Francavilla al Mare ed Ortona, molto più a nord quindi dell’epicentro anche se il run-up delle onde abbattutesi sulle coste abruzzesi dovrebbe oscillare intorno al metro. In ogni caso lo tsunami del Gargano rappresenta un fenomeno violento ed esteso, spesso dimenticato e certamente trascurato: in quel periodo l’area interessata dallo tsunami era semideserta e dunque il numero delle vittime dovute esclusivamente al maremoto fu molto scarso (nessuno lo ha mai accertato con sicurezza), ma oggi è caratterizzata da diversi insediamenti turistici, alcuni dei quali pure abusivi, costruiti direttamente sulla spiaggia. Evidente che il ripetersi di un simile evento nella stessa zona, magari in estate, diventerebbe estremamente pericoloso e causerebbe diverse vittime umane. Ma, come di consueto, nessuno sembra essere cosciente di questa disastrosa eventualità.

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