Neuroscienze: esiste un “linguaggio delle intenzioni” valutabile in termini scientifici

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NOCI CERVELLO - CopiaEsiste un ‘linguaggio delle intenzioni’ che puo’ essere valutato in termini scientifici e consentire progressi significativi nella cura di patologie come l’autismo. Lo ha accertato uno studio condotto dall’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova e dall’Universita’ di Torino. Lo studio, che apre uno scenario nuovo nell’ambito della ricerca neuroscientifica e della psicologia cognitiva, ha accertato questo dato: il significato che si attribuisce a un’azione compiuta da un individuo dipende dal modo in cui l’azione viene eseguita, piu’ che dal contesto in cui si essa svolge. Perche’ l’intenzione e’ “nascosta” nel movimento stesso, ha un linguaggio suo proprio. In altre parole, non e’ vero – come invece era convinta finora la ricerca neuroscientifica – che sia impossibile capire cosa una persona stia per fare semplicemente osservando come si muove. Secondo lo studio, pubblicato su Neuroscientist con il titolo “Intentions in the Brain: the Unveiling of Mister Hyde”, e’ invece possibile. “Tradizionalmente il problema della comprensione delle intenzioni e’ stato impostato come un problema di accesso agli stati mentali ‘nascosti’ nella mente delle altre persone – precisa Cristina Becchio, professore associato dell’Universita’ di Torino e ricercatore presso l’Iit -. Le evidenze che abbiamo raccolto mostrano tuttavia come le intenzioni siano visibili nelle caratteristiche specifiche del movimento”. In altre parole, secondo lo studio esisterebbe una sorta di “linguaggio delle intenzioni” che e’ incorporato nel movimento stesso e che e’ comune a tutte le persone. Secondo Iit e Universita’ di Torino, la scoperta apre nuovi scenari nella comprensione delle interazioni sociali e delle patologie che comportano un’alterazione della capacita’ di interazione, per esempio l’autismo.

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