Russia: il peschereccio affondato non è raggiungibile dai sommozzatori

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Sconosciute per ora le cause del naufragio del Dalny Vostok

LaPresse/Reuters
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Si è inabissato a una profondità non raggiungibile dai sommozzatori il peschereccio russo naufragato ieri nel mare di Ochotsk e si teme che i 13 marinai che ancora mancano all’appello siano rimasti intrappolati nell’imbarcazione, con conseguenti enormi difficoltà per l’eventuale recupero dei corpi. Le coordinate dell’affondamento dell’imbarcazione corrispondono a una profondità di 200 metri circa, mentre i sommozzatori possono scendere sino a 90 metri e lavorare sino a 60, ha spiegato il presidente dell’associazione dei capitani della regione dell’Estremo oriente russo. Il bilancio delle vittime che ufficialmente è di 56 morti, riferiscono i media russi, probabilmente salirà dunque a quasi 70. Sono 63 invece i membri dell’equipaggio del peschereccio-congelatore Dalny Vostok tratti in salvo. Le prime 4 vittime riconosciute sono di nazionalità russa, ma a bordo c’erano anche 54 stranieri, molti di Myanmar, oltre a cittadini ucraini, della Lituania e delle Vanuatu. Sconosciute per ora le cause del naufragio del Dalny Vostok. Ieri gli inquirenti hanno riferito di una decina di ipotesi al vaglio, con priorità per quella di uno “scontro con un ostacolo”. Una formula che ha scatenato la teoria di una collisione tra il peschereccio e un sottomarino, teoria molto discussa sui social media. Il ministero russo della Difesa ha tuttavia smentito ufficialmente che vi possa essere stato un sottomarino nelle acque del mare di Ochotsk al momento del naufragio.

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