Frane in Cadore, tre turisti stranieri muoiono sulle Dolomiti: il punto sull’ennesimo dramma dell’estate tropicale italiana

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Frane in Cadore, Dolomiti devastate: il punto della situazione 24 ore dopo il disastro

Un anno fa la tragedia di Refrontolo con quattro morti, un mese fa il tornado nella Riviera del Brenta con una vittima e, nella stessa circostanza, la frana che ha isolato Cortina. Ieri sera la colata di detriti e fango dal monte Antelao, in Cadore, con tre morti. Il Veneto è bombardato dalle trombe d’aria. Luca Zaia, il governatore della Regione, si appresta a chiedere l’ennesimo stato di calamità naturale: lo farà domani, ha detto, dopo un altro sopralluogo a San Vito. L’ultimo evento, imprevisto dal meteo, è accaduto ai piedi delle Dolomiti, a San Vito di Cadore.

san vito di cadore1Una bomba d’acqua ha trascinato a valle circa 100mila metri cubi di sassi, ghiaia e fango, che l’Antelao aveva rilasciato l’anno scorso e che si erano fermati alle spalle del paese, a pochi chilometri da Cortina. Tre i turisti morti, stranieri, che si trovavano nelle sette auto travolte dalla frana che ha seguito il Rio Secco, un torrente dove per gran parte dell’anno non scorre neppure una goccia d’acqua. I soccorritori hanno recuperato per prima una donna, ancora viva, che dormiva con il compagno in un auto parcheggiata accanto ad una baita, dove sono soliti attendere l’alba gli alpinisti che devono salire in quota. “Dev’essere in auto, l’ho preso per un braccio, ho cercato di trattenerlo, ma mi è scivolato via”, ha detto. La coppia era cecoslovacca. L’uomo, 56 anni, è stato rinvenuto a qualche centinaio di metri di distanza, sommerso dai sassi.

Frana Cadore (2)E nelle stesse condizioni è stata recuperata una ragazza di 14 anni, anche lei straniera, che probabilmente si accompagnava ad un altro escursionista, trovato morto: la loro nazionalità potrebbe essere tedesca. La frana è scesa fino a valle, per circa mezzo chilometro, portando danni in centro a San Vito. Tre gli alloggi danneggiati dal fango. Critica la situazione in tutto il Cadore, con decine di colate detritiche pronte a scendere. Per questo è stato avviato dalla Regione un monitoraggio di tutte le frane e un elicottero della Guardia di Finanza effettuerà quotidianamente una ricognizione intorno all’Antelao, massiccio che viene ritenuto tra i più fragili. Il presidente della Regione Luca Zaia e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti hanno compiuto una ricognizione sul versante franoso dell’Antelao e si sono poi incontrati con gli amministratori del territorio per decidere insieme relativamente allo stato di calamità naturale. Galletti era accompagnato dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio: “Sono qui ad acquisire elementi tecnici – ha affermato Curcio -, verificheremo se questa frana fosse monitorata, da chi, come, e il tipo di intervento”. Il ministro ha spiegato che si stanno valutando le possibilità di “estendere la dichiarazione di stato di emergenza fatta per Dolo per l’evento dell’8 luglio anche per la zona di San Vito di Cadore” e ha annunciato che domani, a Roma, il governo presenterà un piano da 1,2 miliardi per finanziare opere contro il dissesto idrogeologico, dei quali 600 milioni già spendibili. Sulla frana la Procura di Belluno ha aperto un fascicolo d’indagine per disastro colposo e omicidio colposo contro ignoti.

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