Clima: in 6 anni 150 milioni di migranti fuggiti da eventi estremi

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Occorre creare nuovi regimi dei flussi a livello regionale fondati sul riconoscimento dei diritti dei migranti, integrati nei piani di adattamento al cambiamento climatico

Dal 2008 al 2014, oltre 157 milioni di persone sono state costrette a spostarsi per eventi meteorologici estremi, soprattutto per tempeste e alluvioni che, secondo l’Idmc (Internal Displacement Monitoring Centre), hanno rappresentato l’85% della cause della fuga, seguite dai terremoti. Oggi, secondo l’Idmc, le persone hanno il 60% in piu’ di probabilita’ di dover abbandonare la propria casa di quanto non ne avessero nel 1975. I dati sono contenuti nel rapporto “Migrazioni e cambiamento climatico” a cura di Cespi (Centro studi politica internazionale), Focsiv (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario) e Wwf Italia diffuso in vista della COP21 di Parigi, la conferenza mondiale sul clima in agenda a dicembre. Aumento delle temperature dell’aria e della superficie dei mari, precipitazioni piu’ frequenti e intense, innalzamento del livello dei mari causato dalla fusione dei ghiacci, eventi “regionali” come el Nino e monsoni asiatici stanno portando all’intensificazione della competizione tra popolazioni, Stati e imprese per il controllo e l’utilizzo delle risorse naturali che potrebbe causare conflitti e provocare migrazioni forzate, si ricorda nel rapporto. Cinque le ‘forme’ di spostamento indicate nel report: migrazioni internazionali; a carattere permanente e di spostamento di interi nuclei familiari; sfollati interni e profughi a livello internazionale a causa di calamita’ naturali improvvise; ricollocazione di intere comunita’ per ridurre la loro esposizione a grandi rischi naturali e climatici. Il fenomeno migratorio e’ complesso e le cause sono interagenti (in Siria questioni politiche si sono intrecciate con la piu’ forte siccita’ degli ultimi 40 anni), ma Cespi, Focsiv e Wwf Italia chiedono alle istituzioni e propongono alla societa’ civile una riflessione sugli strumenti legali internazionali: affinche’ non siano discriminanti verso le persone in difficolta’ o che hanno necessita’ di spostarsi, ma riconosca i diritti a chi fugge dai sempre piu’ frequenti disastri ambientali; occorre creare nuovi regimi dei flussi a livello regionale fondati sul riconoscimento dei diritti dei migranti, integrati nei piani di adattamento al cambiamento climatico.

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