Salute: quello che non sai sulla sindrome da stanchezza cronica

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La Sindrome da stanchezza cronica è una delle malattie meno conosciute al mondo, non solo dai cittadini ma anche dalla comunità scientifica che ancora non conosce le cause

La Sindrome da Affaticamento Cronico o Sindrome da stanchezza cronica, è una delle patologie più diffuse al mondo. Molto comune in Europa, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Islanda, Giappone, Russia e Sudafrica, la sindrome colpisce per lo più giovani e donne intorno ai 30- 40 e raramente anziani. Tra i sintomi più comuni vi sono: dolori muscolari, disturbi del sonno, mancanza di concentrazione, dolori articolari, cefalea. Ovviamente, per parlare di stanchezza cronica è necessario che, tale sindrome persista per almeno sei mesi e che non si risolva con il riposo a letto. Il senso di stanchezza deve essere tale da rendere difficile il movimento, la concentrazione e addirittura impedire di lavorare. Solitamente, la sindrome esplode subito dopo aver contratto una infezione virale o almeno questo accomuna tutti i pazienti. Ma a cosa è dovuta la sindrome da stanchezza cronica? Ancora sono poco chiare le cause che producono questa patologia. Sottovalutare la sindrome è un rischio. Infatti è possibile che molti sintomi si aggravino o che se ne aggiungano altri, tra i quali la paralisi. Come faccio a guarire? Riuscire a guarire non sembra essere semplice. Infatti, nella maggior parte dei casi la patologia prosegue per diversi anni, in alcuni soggetti invece tende a regredire con la terapia farmacologica; mentre in altri si aggrava.Ma perché non se ne parla tanto spesso? Semplice. La sindrome è sottovalutata anche dalla stessa comunità scientifica, che difficilmente riesce ad individuare le cause prime di questa sindrome e che non conosce nemmeno il dato certo di coloro che ne soffrono. Infatti, è stata inserita nella lista dell’Osservatorio delle malattie rare.

stanchezza_pomeridianaIn origine, addirittura, la malattia era stata considerata strettamente collegata al virus di Epstein-Barr, ma quando era stato confermato che non vi era nessun collegamento tra la sindrome ed il virus è stata ribattezzata con il nome di sindrome da stanchezza cronica. Secondo una recente stima, la sindrome è trattata da meno di un terzo dei programmi “scolastici” medici. E’ anche vero che, negli Stati Uniti molti gruppi di attivisti e di malati sono riusciti a guadagnarsi l’attenzione da parte dei ricercatori, tanto che proprio i National Institutes of Health hanno precisato che daranno maggiore attenzione alla sindrome, aumentando le ricerche e i finanziamenti. L’attenzione mediatica è aumentata considerevolmente soprattutto dopo il caso di Brian Vastag, il giornalista scientifico del Washington Post, che dopo un’influenza, ha iniziato a soffrire di stanchezza cronica. Il caso ha destato scalpore proprio perché Vastag, sportivo e sempre in viaggio, risultava essere sempre stanco e affaticato. A risentirne di più è stata proprio la sua attività giornalistica. Infatti, l’autore di notizie breaking news riusciva a malapena a pubblicare un articolo di 1600 parole, in 4 giorni. Per Vastag è come se da quella influenza non sia mai guarito. In Gran Bretagna, invece, la sindrome è legato ad un disturbo psicologico; visto che alcuni recenti studi, hanno affermato che i pazienti hanno avuto un netto miglioramento grazie all’assistenza psicologica e alla ripresa dell’attività fisica. Qualunque sia il problema i pazienti necessitano di cura e risposte. Infatti, molto spesso i malati sono costretti a rimbalzare da un medico ad un altro senza ottenere nessun tipo di diagnosi o cura.

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