Un doodle per Charles Perrault: padre di Cappuccetto Rosso, Cenerentola e il Gatto con gli stivali

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Ha creato alcune delle favole per bambini (e anche per adulti) più belle e amate di sempre. E oggi il motore di ricerca Google gli ha voluto dedicare il suo Doodle, omaggiandolo nel giorno della sua nascita. Il 12 gennaio 1628, infatti, nasceva a Parigi lo scrittore Charles Perrault, autore del celebre libro di fiabe “Histoires ou contes du temps passé, avec des moralités”, noto in seguito come “Contes de ma mère l’Oye”, ovvero “I racconti di Mamma Oca”, una raccolta di undici fiabe fra cui le famigerate Cappuccetto Rosso, Barbablù, La bella addormentata, Pollicino, Cenerentola e Il gatto con gli stivali.

Perrault apparteneva ad una facoltosa famiglia altoborghese, molto vicina all’ambiente di Corte francesa. Il padre Pierre fu avvocato al parlamento di Parigi, mentre il fratello Claude, medico e architetto, ideò la facciata del Louvre. Charles, che nacque da un parto gemellare, ma il fratello morì dopo pochi mesi, frequentò le migliori scuole e studiò legge, lavorando poi nei servizi statali. Collaborò alla creazione dell’Accademia delle Scienze e al restauro dell’Accademia della Pittura.

perraultQuando aveva 55 anni, ovvero nel 1680, pubblicò a nome del suo terzo figlio, che in quel momento aveva solo 19 anni e si trovava in carcere, il volume “Racconti e storie del passato con una morale. I racconti di mamma l’oca”. Destino volle che il figlio morì due anni dopo, all’età di 21 anni. Il libro ebbe dunque un successo inaspettato, rendendo famoso Perrault e creando un nuovo genere letterario, quello della fiaba. C’è da dire che molte storie di Perrault sono trascrizioni di storie tradizionali riprese dall’opera di Giambattista Basile del 1634-1636, ma lo scrittore francese le arricchì in modo creativo, tecnica che si rivelò essere di successo.

Charles morì nel 1703 e, forse, riposa ancora oggi nelle Catacombe di Parigi, dato che, dopo i funerali, venne sepolto in uno dei tanti cimiteri parrocchiali parigini che in seguito Napoleone Bonaparte fece sopprimere.

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