Virus Zika: primi standard per diagnosticare la microcefalia

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Per la prima volta al mondo sono state pubblicate su ‘Lancet‘ le carte antropometriche con gli standard internazionali per la diagnosi della microcefalia nei neonati, grazie allo studio del progetto ‘Intergrowth-21st‘, coordinato dall’Ospedale Sant’Anna della Città della Salute e dall’Università di Torino. L’allarme sollevato recentemente a livello internazionale sui possibili rischi fetali in caso di infezione materna da virus Zika durante la gravidanza si riferisce soprattutto al sospetto di una relazione causale tra il virus e la microcefalia. Il rischio è più alto nei Paesi dove è maggiore la diffusione di Zika, ovvero Brasile e altri Stati di America Centrale, America del Sud e area Caraibica, ma la diffusione dei viaggi internazionali ha esteso l’attenzione a questo problema a livello mondiale.

La microcefalia alla nascita, ricordano dal capoluogo piemontese, è una condizione molto rara, la cui incidenza varia a seconda delle popolazioni e dei differenti criteri diagnostici, da 1,3 a 150 casi su 100.000 nati vivi. Questa patologia è causata da molteplici condizioni che possono causare anomalie della crescita cerebrale e quindi della circonferenza cranica, quali infezioni congenite, in particolare da Toxoplasma, virus della rosolia e citomegalovirus, esposizione ad agenti tossici o alcool, specifiche anomalie genetiche. La diagnosi di microcefalia, che costituisce il primo segno di allarme per gli approfondimenti diagnostici, è basata in gravidanza sulla misurazione ecografica delle dimensioni della circonferenza cranica fetale e, dopo il parto, sulla misura della circonferenza cranica del neonato. Il sospetto nasce se queste misure sono inferiori a un certo valore soglia di specifiche carte di riferimento.

A livello internazionale sono ora disponibili, quale strumento di riferimento per la diagnosi affidabile di microcefalia nei neonati, le carte antropometriche del progetto Intergrowth-21st, promosso dall’Università di Oxford e finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, cui hanno partecipato 8 centri al mondo e per l’Europa continentale l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute e l’Università di Torino. Il progetto è stato coordinato per la parte ostetrica da Tullia Todros e per la parte neonatale da Enrico Bertino. Le carte neonatali, pubblicate inizialmente per i neonati con età gestazionale superiore alle 33 settimane, sono state completate a febbraio anche per i nati di età gestazionali inferiori, in un progetto dedicato ai neonati pretermine, coordinato da Francesca Giuliani. I riferimenti per la diagnosi di microcefalia sono quindi attualmente disponibili, così come per i feti, anche alla nascita per i neonati di tutte le età gestazionali. Inoltre permettono una valutazione non solo della circonferenza cranica, ma anche della lunghezza e del peso. Mettere in relazione i tre parametri consente un più accurato inquadramento diagnostico. Insieme alle carte è stato sviluppato un sistema informatizzato, facilmente accessibile online e di semplice utilizzo, per il calcolo immediato della eventuale deviazione dalla normalità della circonferenza cranica.

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