Allarma malattie psichiatriche: disabili 7 volte più colpiti rispetto alla media

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Più del cancro e del diabete: entro il 2020, i disturbi dell’umore diventeranno la seconda malattia più diffusa dopo le patologie cardiovascolari. Il campanello d’allarme, lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), preoccupa non poco il mondo della disabilità dove i disturbi della sfera mentale hanno un’incidenza da 5 a 7 volte superiore rispetto alla popolazione generale. “I disturbi del comportamento, della condotta e del controllo degli impulsi nelle forme più rilevanti, diventano spesso il primo fattore di esclusione sociale e di richiesta di istituzionalizzazione“, spiega Francesca Di Maolo, presidente del Serafico di Assisi, realtà italiana ed internazionale nella riabilitazione, della ricerca e dell’innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime. “Questi disturbi – continua Di Maolo – rappresentano una delle nuove emergenze sanitarie e socio-relazionali e una sfida nell’ambito della ricerca scientifica“. E i numeri dell’Unità di valutazione diagnostica funzionale del Serafico danno la misura del problema: negli ultimi 4 anni si è assistito ad una crescita del 60% di questi casi. “Se nel 2013 il 17% delle persone valutate presso i nostri ambulatori presentavano nella loro storia clinica disturbi del comportamento e della condotta, nel 2016 (dati al 31 ottobre) la percentuale è salita al 42%“, dichiara Sandro Elisei, direttore sanitario del Serafico. I disturbi possono assumere le forme più disparate, anche se ne esistono di tipiche e ricorrenti. In particolare, la natura dei disturbi emotivi e comportamentali è legata spesso alla gravità della disabilità intellettiva: nelle forme lievi e medie prevalgono i disturbi della condotta, disturbi dell’umore soprattutto di tipo depressivo spesso associati a manifestazioni di ansia, disturbi ossessivo-compulsivi e deficit dell’attenzione. Nelle forme di disabilità intellettiva grave prevalgono i disturbi comportamentali di tipo autistico, condotte aggressive e discontrollo degli impulsi. In pazienti con pluriminorazioni anche senza ritardo mentale, può essere presente una deficienza del controllo degli impulsi ed una labilità emotiva che si accompagnano spesso ad atti auto-lesivi ed etero-aggressivi. In generale, tutti questi disturbi sono legati a specifici fattori di rischio quali, ad esempio, la presenza di un disturbo neurologico o, soprattutto, la carenza di accudimento e/o atteggiamenti inadeguati in ambito familiare e sociale. In generale il 20% della popolazione mondiale presenta, secondo l’Oms, un quadro di umore instabile, dato che si accompagna all’aumento del numero di suicidi, circa 800mila all’anno (uno ogni quaranta secondi), che arrivano a rappresentare la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni. Dati che risultano ancora più drammatici se rapportati a persone con disabilità. “Nei gradi intermedi di ritardo mentale, i ragazzi disabili hanno la capacità, seppur ridotta, di decodificare questo contesto. Hanno inoltre una parziale consapevolezza della propria condizione deficitaria che concorre ad attivare manifestazioni di rabbia e di aggressività“, dichiara Sandro Elisei. “Se al Serafico – continua il direttore sanitario del Serafico – arrivano sempre più persone con lievi disabilità psicofisiche, ma con gravi disturbi comportamentali, forse è anche un riflesso dell’attuale cultura dello scarto. Dobbiamo ammetterlo: l’umanità è in crisi“. Ancora più grave risulta essere la reazione delle persone con disabilità multiple, che presentano una bassa soglia alle frustrazioni. Spesso l’unica modalità con la quale queste persone riescono a dimostrare la propria protesta è quella di compiere atti aggressivi, che agli occhi degli altri risultano il più delle volte inspiegabili e sproporzionati. “Spetta a noi saper ascoltare e decodificare le loro richieste e i loro bisogni“, dichiara un’operatrice del Serafico. “Gridare, sporcare per terra – aggiunge – può essere la risposta rabbiosa ad una mancanza di affetto da parte dei genitori“. Nelle persone con disabilità la comunicazione dei propri bisogni, sentimenti, richieste, risulta difficoltosa per l’inadeguatezza o la compromissione dei mezzi e delle funzioni. “L’ambiente e le relazioni curano. La presa in carico affettiva, fatta di empatia e di un’accettazione non pietistica di queste problematiche, sono la base del nostro metodo di lavoro“, conclude Francesca Di Maolo, presidente del Serafico.

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