Cervello: scoperto un meccanismo attiva-memoria attraverso i suoni

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Rimettere in moto la memoria attraverso i suoni: è la ricerca sviluppata dal Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini” dell’Università di Torino. La ricerca, condotta dal team coordinato da Benedetto Sacchetti e finanziato dall’ Erc (European Research Council) con 1miliardo e 116mila euro, ha studiato la parte del cervello dedita all’elaborazione dei suoni, osservando che esistono neuroni la cui attività si modifica in base all’emozione legata a un determinata suono. In particolare alcuni neuroni aumentano la loro attivita’ se i suoni sono associati a esperienze sgradevoli, altri, invece, lo fanno in risposta a eventi piacevoli. Suoni simili invece non producono alcun effetto neuronale.

I ricercatori hanno anche osservato come bloccando una di queste due popolazioni di neuroni, si ha la perdita dei ricordi rilevando che una proteina, nota come p140Cap, ha un ruolo cruciale nei processi cellulari di memorizzazione dell’esperienza emotiva. L’assenza di questa molecola causa una forte diminuzione dei fenomeni di apprendimento e memoria. “Con questo studio – spiega Sacchetti – abbiamo iniziato a delineare i meccanismi neuronali che, all’interno di specifiche aree cerebrali, portano alla formazione dei ricordi e delle esperienze emotive pregresse, mostrando anche come la manipolazione di tali processi possa migliorare o danneggiare la capacita’ di ricordare tali esperienze”. Lo studio è dettagliato su una decina di pubblicazioni internazionali e ha attivato 9 collaborazioni nazionali e internazionali.

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