Terremoto, il vescovo di Rieti: “Bisogna ricostruire sulla roccia della legalità”

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Non si improvvisa una ricostruzione ne’ si fa in un baleno. Solo chi sa reggere l’usura del tempo vedra’ la terra promessa”. E’ il monito di monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, lanciato oggi durante la benedizione, ad Amatrice, delle prime 25 soluzioni abitative d’emergenza (Sae) consegnate ad altrettanti nuclei familiari. Lo riferisce il Sir.

“E’ bene che misuriamo la distanza tra segno e realtà per non lasciarci andare a una retorica fuori posto, come pure ad una sfiducia altrettanto inerte“, ha spiegato il vescovo parlando davanti al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e al comandante Raggruppamento Sisma, generale Sergio Santamaria. “Oggi e’ senza dubbio un giorno importante che rappresenta un segno di speranza, dopo mesi di paure e di disagi – ha detto mons. Pompili – ma si tratta di un segno, non ancora della realta'”. “Il cordolo, la soletta, l’incatenamento, i contrafforti, i telai, i ‘pattini'” sono alcune delle caratteristiche di una casa antisismica, ha ricordato il presule, ma una sola e’ quella citata dal “Maestro”, la roccia. E la roccia “su cui tutto si tiene e’ la coerenza tra il dire e il fare, tra le promesse e i fatti, tra le attese e le realizzazioni”.

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