Alzheimer: poca prevenzione, tra qualche anno si rischiano i 2.5 milioni di malati in Italia

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“L’Alzheimer è un flagello peggiore di Tbc e Aids. Fra pochi anni in Italia avremo 2,5 milioni di malati, eppure per la prevenzione si fa pochissimo. Non bastano le prestazioni del Servizio sanitario. Occorre che lo Stato dia il via a una grande campagna coinvolgendo associazionismo, fondazioni, scuole. Ci vuole lo Stato perché singole realtà da sole non ce la fanno”. A sostenerlo è Giulio Masotti, presidente onorario della Società italiana di geriatria e gerontologia, co-organizzatore per conto dell’Unità di ricerca in Medicina dell’invecchiamento dell’Università di Firenze dell’8° Convegno nazionale sui Diurni ALZHEIMER (Pistoia, 16 e 17 giugno) presentato oggi al Centro Diurno Monteoliveto.

Si deve insistere nella ricerca – ha sottolineato Masotti – ma dobbiamo sottrarre gli anziani alla sedentarietà e alla solitudine. Non servono miliardi. Per prevenire l’ALZHEIMER, ma anche per frenarlo, serve fare attività fisica e intellettuale oltre a un po’ di socialità. Non lo dico io, lo dice la scienza. In Italia – spiega – l’Alzheimer è già la terza causa di morte. Non solo: condanna a lunghi anni di sofferenza e comporta spese che troppi non possono neppure permettersi, con già 1,3 milioni di malati e oltre a 4 milioni di caregiver. In queste condizioni a che serve diventare più longevi?”.

Sulle novità contro la demenza, compreso l’uso della marjiuana, riferiranno al convegno di Pistoia clinici e ricercatori italiani: tre gli altri, lo psicologo Leo Nahon (‘Come preparare pazienti e familiari al decorso della malattia’); il geriatra Antonio Greco dell’Ospedale di Padre Pio (‘Robot e informatica per i pazienti con deficit intellettivo’); Teresa di Fiandra del ministero della Salute (‘Il Piano nazionale delle demenze’), Nicola Vanacore dell’Iss (‘Popolazione che invecchia ed evoluzione del fenomeno’), il neurologo dell’ateneo fiorentino Sandro Sorbi (‘I progressi della ricerca’). Tra le relazioni più attese quella della neurologa Laura Fratiglioni, docente al Karolinska Institutet di Stoccolma dove dirige il Centro di ricerca sull’Invecchiamento. (AdnKronos)

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