Trump, effetti positivi sulla Borsa Usa: l’Europa si adegua, i mercati puntano su taglio di fisco e ripresa

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Donald Trump, criticato da mezzo mondo per la sua decisione di uscire dall’Accordo di Parigi, continua la sua ‘luna di miele’ con le Borse, trainate da quelle Usa tutte ai massimi storici. Tra i provvedimenti che ha annunciato, quelli sul taglio delle tasse alle imprese e dal piano di investimenti infrastrutturali hanno influito in modo positivo. E i mercati europei si adeguano, con Francoforte che ha aggiornato nettamente il suo record e Londra che viaggia stabile sui massimi di sempre. La stessa disdetta degli accordi di Parigi sul clima, con Trump che appare pronto a tenere duro su tutti i ‘suoi’ dossier, anche a costo di isolarsi politicamente, ha spinto Wall street. Le cifre sono chiare: la Borsa statunitense ha chiuso l’ultima seduta della settimana ai massimi storici, con tutti e tre principali indici a livelli record.

La progressione è continua: dall’elezione di novembre del nuovo presidente il Dow Jones è salito del 17%, lo S&P 500 del 18%, il ‘tecnologico’ Nasdaq del 25%. In scia a Wall street si sono mosse anche le Borse europee, con diversi analisti che vedono nei titoli del Vecchio continente, specie nei bancari, ancora margini di crescita. Oltretutto i record toccati nella settimana appena conclusa sono avvenuti in concomitanza con il brusco calo del prezzo del petrolio, proprio sulla disdetta Usa degli accordi sul clima. Gli operatori -spiegano –  pensano infatti che la produzione di greggio statunitense possa ora aumentare e forse non a caso i giganti petroliferi appaiono freddi sullo strappo di Trump.

Ma intanto le sue scelte che potrebbero dare nuovo ossigeno nel breve periodo alla ripresa americana pagano sui mercati. Che non guardano nemmeno più alla Federal Reserve: nonostante – spiegano gli analisti – si attendano nella prossima settimana importanti dati macroeconomici, viene dato quasi per scontato un nuovo innalzamento dei tassi sul dollaro, con la Yellen che sembra temere questa ‘bolla’ delle Borse. E Trump ha troppo bisogno che la ripresa riparta: il suo obiettivo è l’aumento del Pil vicino al 3% annuo, mentre il primo trimestre ha segnato un esiguo +1,2%. Lui ha un rapporto per lo meno difficile con il partito repubblicano e nel novembre 2018 sono in programma le elezioni parlamentari: se la maggioranza diventasse democratica sarebbero guai grossi e deve quindi puntare a risultati immediati in campo economico. Se poi saranno dal respiro troppo breve, lo deciderà come sempre l’estate.

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