AIDS: scienziati vicini a svelare il mistero del “paziente di Berlino”

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Gli esperti sono sempre più vicini a risolvere il mistero del “paziente di Berlino“, un uomo dichiarato guarito dall’Hiv quasi 10 anni fa a seguito di due trapianti di midollo osseo: il 51enne Timothy Brown è stato operato nel 2008 in un ospedale di Berlino ed è uno dei due soli casi della storia (e il primo identificato) in cui è stato battuto con successo il virus dell’Aids. Tutti i tentativi di replicare la procedura sono finiti con la morte del paziente.

Ora un team della Oregon Health and Science University ha pubblicato un articolo su ‘Nature Communications’ che sembra riuscire a replicare il singolare caso medico. I risultati potrebbero aiutare i pazienti a raggiungere la “remissione farmacologica”, spiegano gli autori guidati da Jonah Sacha.

A Brown, che è di Seattle ma vive in Germania, era stato diagnosticato l’Hiv nel 1995. Nel 2006, dopo più di un decennio di terapia anti-retrovirale standard per sopprimere l’infezione, gli è stata diagnosticata anche una leucemia mieloide acuta, un cancro delle cellule del sangue. Un medico all’Ospedale Charité di Berlino ha consigliato al paziente un trapianto di midollo osseo, una procedura incredibilmente delicata e rischiosa, nella speranza che potesse funzionare contro il tumore, e magari anche contro l’infezione da Hiv. Brown ha ricevuto un trapianto da una persona con una mutazione del recettore Ccr5, che è stato collegato all’immunità dall’Hiv, e il trapianto è riuscito: ne ha subito un secondo all’inizio del 2008 e a febbraio dello stesso anno è stato dichiarato ‘Hiv-free’ alla conferenza Croi di Boston.

Quello di Brown rimane dunque un mistero e le prove per replicare il suo trapianto sono state disastrose: una relazione pubblicata dal ‘New England Journal of Medicine’ nel 2014 ha descritto ben 6 tentativi di trattare i pazienti affetti da Hiv con una donazione di cellule staminali, ma nessuno ha vissuto più di un anno.

Ecco perché i ricercatori hanno deciso di concentrarsi su un modello animale: gli scienziati dell’Oregon si sono serviti di un gruppo specifico di scimmie (le macachine di Cynomolgus) e hanno dichiarato di aver eseguito con successo un trapianto di cellule staminali in due di queste scimmie, che risultano sane oltre un anno più tardi. La squadra guidata da Sacha ha affermato che la promettente scoperta potrebbe richiedere circa un decennio per trasformarsi in un trattamento funzionale, ma evidenzia anche che si potranno presto utilizzare i trapianti di cellule staminali per altre malattie.

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