Influenza 2018: quasi raggiunto il picco stagionale, incidenza tra le più alte degli ultimi 15 anni

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Continua il trend di crescita della curva epidemica dei casi di influenza nel nostro Paese, che si avvicina sempre di più al picco stagionale. Sono 802 mila – spiegano Caterina Rizzo e Antonino Bella, esperti del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità – i casi registrati nella prima settimana del 2018, per un totale dall’inizio della sorveglianza di circa 3 milioni di casi. Lo stesso si osserva anche attraverso la sorveglianza dei casi gravi confermati di influenza, ricoverati in terapia intensiva, che dall’inizio della sorveglianza (settembre 2017) sono in totale 170 di cui 30 deceduti.

In Italia, dunque, così come nel resto d’Europa, la stagione influenzale in corso presenta effettivamente una diffusione maggiore rispetto a quelle passate: i dati Influnet mostrano che alla settimana 1/2018 il livello dell’incidenza è paragonabile a quello osservato nelle stagioni 2004-05 e 2009-10, anni in cui si sono osservati i picchi epidemici più elevati. Anche se in termini di casi gravi e decessi, da influenza confermata, le stagioni 2009/2010, 2010/2011 e 2014/2015 (stagioni in cui si è avuta la prevalente circolazione del virus pandemico) sono state molto più severe. Tutto ciò è ulteriormente supportato dai dati di eccesso di mortalità provenienti dal sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera per tutte le cause nei soggetti di età >65 anni, che in questa stagione sta avendo un impatto inferiore rispetto alla stagione 2016/2017.

Le fasce di età dove le sindromi simil influenzali si stanno verificando maggiormente sono quella dei bambini al di sotto dei 5 anni (con circa 28,5 casi per 1000 assistiti) e quella tra 5 e 14 anni (15,1 casi per 1000 assistiti), anche se in entrambe si osserva un arresto, o addirittura una diminuzione, del numero di casi rispetto all’ultima settimana del 2017. Ancora in aumento, invece, il numero di casi nei giovani adulti e negli anziani (in cui l’incidenza è rispettivamente di 13,4 e 8,1 casi per 1000 assistiti).

Fra i casi gravi confermati per influenza, le fasce di età maggiormente colpite sono quelle dei soggetti al di sopra dei 18 anni di età (93%), il 14% di questi soggetti non presenta nessuna condizione di rischio preesistente e 3 sono donne in gravidanza. Tutti sono stati ricoverati in una Unità di Terapia Intensiva e/o subintensiva (21 hanno necessitato del supporto Ecmo e 79 sono stati intubati). Nel 48,6% dei casi gravi è stato isolato il virus A/H1N1pdm09 e nel 40,0% il virus B. Nell’ambito dei ceppi di tipo B per i quali è stata effettuata finora la caratterizzazione del lineaggio (40%), la totalità è risultata Yamagata-like.

A livello territoriale, tutte le Regioni italiane stanno sperimentando una stagione ad impatto elevato, tranne Friuli Venezia Giulia, Veneto, P.A. di Bolzano e Sardegna in cui l’incidenza si mantiene a livelli medi (circa 5 o più casi per 1000 assistiti rispetto a 13,1 per 1000 assistiti al livello nazionale).

È molto importante – concludono gli esperti – ricordare che la vaccinazione rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza e che, per chi non si fosse ancora vaccinato e presentasse una condizione di rischio, è importante vaccinarsi, anche adesso. Inoltre, per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, è importante mettere in atto anche misure di protezione personali (non farmacologiche) come per esempio:

  • lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici)
  • buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani)
  • isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale
  • uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali).
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