Trovati i resti dell’ultimo grande asteroide caduto sulla Terra 

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Importante scoperta del gruppo dell’australiana Curtin University guidato da Aaron Cavosie pubblicata sulla rivista Geology e riportata anche sul sito della rivista Science. Sono stati trovati i frammenti vetrosi dell’ultimo grande asteroide caduto sulla Terra.

Da quanto si apprende il suo diametro doveva essere di circa un chilometro quando, 800.000 anni fa, ha colpito il nostro Pianeta in particolare una zona imprecisata del Sud-Est asiatico. Tuttavia il cratere non è stato ancora individuato. Come per gli altri, anche in questo caso l’impatto potrebbe aver modificato il clima, in quanto avrebbe scagliato nell’atmosfera una quantità di materiali tale da bloccare la luce del Sole per mesi o per anni.

La regione coinvolta, dove sono stati trovati i resti, si trova tra Asia, Australia e Antartide: si tratta di frammenti vetrosi di varie dimensioni, di cui i maggiori arrivano a pesare fino a 20 Kg. L’analisi chimica di alcuni frammenti scoperti in Thailandia ha permesso di individuare tracce di un minerale raro, chiamato reidite, e di zirconi, che si formano ad altissime pressioni. Di qui la deduzione che tali frammenti dovrebbero essere i più vicini al punto dell’impatto.

Considerando la distribuzione dei resti in un’area molto vasta e le pressioni necessarie alla formazione dei due minerali, i ricercatori hanno calcolato che l’asteroide probabilmente aveva il diametro di un chilometro e avrebbe generato un cratere largo circa 100 chilometri. Tuttavia, nonostante le dimensioni e l’eta’ relativamente recente, del cratere non ci sono tracce. “La mancata individuazione del cratere potrebbe essere dovuta la fatto che ci sono zone della superficie della Terra che vengono rimodellate con piu’ frequenza da eventi geologici e atmosferici“, ha rilevato Giovanni Valsecchi, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). In 800.000 anni, ha aggiunto, è possibile che siano avvenuti cambiamenti che ora rendono difficile individuare le tracce dell’impatto. Inoltre l’area potenzialmente interessata è così vasta che sarà necessario molto tempo e molti mezzi per individuare il cratere, ammesso che ancora ci sia.

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