La Cisl Medici Lombardia “apprezza le intenzioni di apertura al dialogo manifestate dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera per la gestione dei pazienti cronici, tuttavia esprime perplessità sulla attuale situazione della sanità lombarda ed italiana. E’ auspicabile un veloce e intenso confronto tra coloro che variamente rappresentano i medici, e gli organi istituzionali della Regione Lombardia”.
E’ quanto si legge in una nota del sindacato che chiede una convocazione urgente a Palazzo Lombardia per affrontare il delicato tema della gestione dei malati cronici, di recente riformata dalla Regione. Unico obiettivo, spiegano dal sindacato, “giungere insieme a una ragionevole soluzione, volta a garantire una sana sanità mirata alla cura della persona, e meglio gestita a favore dei cittadini”.
“Non pare possibile – evidenzia in una nota Danilo Mazzacane, segretario generale Cisl Medici Lombardia – non considerare la ‘questione medica’ evidenziata dal presidente della Fnomceo Filippo Anelli e il documento diramato dall’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri di Milano, inerente la ‘responsabilità professionale medica per la presa in carico del paziente cronico'”. Sulla stampa di recente, ricorda Mazzacane, “si mette in luce un territorio lombardo non preparato a gestire la presa in cura dei malati cronici e gli ospedali in crisi per sovraccarico di lavoro, anche inappropriato”.
“La mancanza di risorse economiche, la carenza di personale con inesistente ricambio generazionale, la mancanza di attrezzature diagnostiche territoriali, una formazione professionale da integrare – elenca Mazzacane – inducono a pensare che sia opportuna una rielaborazione dei progetti oggetto delle delibere regionali riguardanti la presa in carico dei malati cronici. I medici sono tutti in stato di burnout: maschi e femmine, giovani e maturi, convenzionati ed ospedalieri. Inoltre si aggiungono i crescenti atti di violenza nei confronti dei sanitari e le ‘autodimissioni’ dei medici dal ssn”.
E’ necessario, conclude, “consentire ai medici e alle altre professionalità sanitarie di operare serenamente ed in sicurezza per il bene primario che è la salute, valore universale per il quale investire significa puntare sulla qualità di vita a lungo termine delle persone, mentre ci preoccupano i tagli con logiche di breve termine (per esempio i tre anni delle dirigenze sanitarie) che minano l’efficienza e il rispetto del ruolo della medicina che si basa sui valori di Ippocrate”.