Tour de France: ecco come il meteo influisce sulle corse e sui corridori

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Il Tour de France è forse l’evento sportivo più faticoso sulla Terra: un viaggio su due ruote di quasi un mese attraverso diversi Paesi, 500 città e su e giù per molteplici tratti in montagna tra le Alpi francesi, i Pirenei e il Massiccio Centrale. Il meteo svolge inevitabilmente un ruolo in alcuni punti di una corsa, soprattutto quando alcune tappe hanno una lunghezza superiore a 160 km. Con simili distanze le condizioni possono cambiare all’interno della stessa tappa.

L’edizione di quest’anno copre un totale di 3.351 km suddivisi in 21 tappe. Il meteo può modellare una corsa in molti modi. Una delle minacce più comuni è la pioggia, che potrebbe arrivare già in questa settimana a creare scompiglio nella 13ª tappa di questa edizione e che trasforma le strade in manti scivolosi, condizione molto pericolosa se si pensa che negli sprint i ciclisti raggiungono velocità di 65 km/h. Nello specifico, la segnaletica orizzontale può diventare particolarmente viscida, quindi i corridori cercano di evitarla ad ogni costo.

tour de france meteoScalare una montagna è molto faticoso, ma in una giornata calda e umida diventa ancora più estenuante. Le performance dei corridori in queste condizioni dipendono molto dal mantenimento della dispersione termica e dall’idratazione. La dispersione termica può essere massimizzata da indumenti adatti e favorendo la dispersione del calore tramite la convezione termica.

Spruzzare l’acqua, specialmente sulla testa, è un metodo efficace per la dispersione termica. Ma il fattore chiave determinante di una performance sotto condizioni climatiche calde è la disponibilità di acqua durante la corsa. Il mantenimento dell’equilibrio dei fluidi è una questione importantissima per la prestazione di un corridore. “Durante i tratti in salita, il ruolo svolto dalla convezione diminuisce notevolmente e la dispersione termica avviene principalmente attraverso la sudorazione. Una situazione simile crea il rischio di perdita di fluidi, disidratazione e calo delle prestazioni”, afferma Xavier Bigard, direttore medico dell’Unione Ciclistica Internazionale.

tour de france meteoSpesso i team corrono strettamente in gruppo in linea diagonale nel tentativo di “proteggere” dal vento il corridore che ha il miglior tempo. Forti venti trasversali possono creare scompiglio nel gruppo e farlo separare. I venti trasversali possono trasformare una tappa semplice in una complicata e pericolosa. I team spesso utilizzano i venti per portarsi in vantaggio sugli avversari, puntando sulla tattica.

Nel caso in cui le condizioni meteo siano estreme, non è insolito che gli organizzatori di lunghe tappe ridimensionino parti della corsa per minimizzare i potenziali effetti sulla salute. Questo è successo nel Tour de France del 1996 quando la nona tappa è stata ridotta da 176 km a 46 km a causa delle salite innevate.

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