Coronavirus, il decreto penalizza il campionato di calcio: “Qualcuno non vuole farlo ripartire”

Si può andare a correre nei parchi, ma non ci si può allenare in un campo da calcio mantenendo le distanze: il mondo del calcio non ci sta
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«Non mi aspettavo questa decisione. Non capisco perché noi calciatori non possiamo allenarci». Così il calciatore Marco Parolo, centrocampista della Lazio, chiaro e deciso nel commentare l’ultimo Dpcm annunciato ieri sera dal governo, che ancora non permette gli allenamenti ai calciatori. «Si può andare a correre nei parchi. E io cosa faccio? Vado lì quando ho un centro sportivo?», chiede retoricamente Parolo durante una trasmissione della radio ufficiale del club. «La categoria dei calciatori è stata penalizzata – ribadisce Parolo -. C’è maggior sicurezza nel campo all’interno di un centro sportivo, in cui non ci sono buche e si possono fare gli stessi lavori fatti prima della quarantena lontano da altre persone». «Noi abbiamo Formello che ha 5/6 campi, possiamo stare distanziati benissimo, in maggior sicurezza rispetto ad un parco pubblico».

«I protocolli sono al vaglio degli esperti, ma quelli riguardano la gestione del “gruppo squadra” – continua l’ex Parma –. Se c’è la sicurezza dell’allenamento individuale, si deve poter fare. Questo decreto ci penalizza. Forse c’è qualcuno che non vuole tentare di ricominciare. Vorremmo che tutti gli atleti professionisti avessero gli stessi trattamenti», conclude il mediano.

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