L’emergenza coronavirus si intensifica anche in India, dove secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), ci sono circa 2 mila casi confermati e almeno 50 decessi. Il diffondersi del contagio nello slum di Dharavi sta destando preoccupazione in tutto il Paese. La baraccopoli, situata nella citta’ indiana di Mumbai e considerata la piu’ grande dell’Asia, e’ stata parzialmente chiusa dalla polizia dopo che nel quartiere e’ stato confermato il primo decesso da Covid-19. Costituita per lo piu’ da baracche, Dharavi e’ catterizzata da una delle densita’ di popolazione piu’ alte del pianeta: su un’areale di circa 5 chilometri quadrati vivono infatti oltre un milione di persone, circa 277mila a chilometro quadrato, stando ai dati del World Economic Forum.
Secondo il quotidiano The Economic Times, le forze dell’ordine hanno istituito una zona di contenimento attorno all’abitazione della prima persona morta a causa del virus, un uomo di 56 anni. Sarebbe stata sigillata un’area dove vivono circa 2.500 persone e si trovano oltre 90 attivita’ commerciali. Nella zona non si puo’ ne’ entrare ne’ uscire e tutta l’area e’ stata sottoposta a disinfestazione.
Nel frattempo, nel quartiere sono stati registrati altri due casi: un medico chirurgo di 35 anni e un operatore sanitario di 52, che lavorava a Dharavi ma abitava in un’altra area della citta’. Tutti i contatti stretti dei due pazienti sono stati isolati e nuove zone della baraccopoli sono stati sigillate in via precauzionale. Sentito dal quotidiano Hindustan Times, un ex dirigente statale originario dello slum, Baburao Mane, si e’ detto “quasi sicuro che altri casi emergeranno a Dharavi a causa della sovrappopolazione“. Per Mane, l’arrivo delle alte temperature nelle prossime settimane rendera’ “impossibile” impedire alle persone di uscire e frequentare “zone congestionate“.