Coronavirus, GIMBE: “Il rischio di una nuova impennata dei casi è sempre in agguato”

Cartabellotta (GIMBE): "Ospedali e terapie intensive iniziano a "respirare", ma i numeri confermano che la curva dei contagi non è affatto sotto controllo"
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«L’efficacia delle misure di distanziamento sociale sul contenimento dell’epidemia – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBEdipende da tre fattori: tempestività, intensità e aderenza della popolazione. Di conseguenza, per valutare gli effetti dei decreti “#IoRestoACasa” e “Chiudi Italia”, bisogna anzitutto essere consapevoli che siamo partiti in ritardo, che il lockdown non è stato affatto totale e che l’aderenza della popolazione è stata buona, ma non eccellente, a giudicare dal numero delle sanzioni elevate nel corso dei controlli».
«Una programmazione scientifica della “fase 2” – prosegue Cartabellotta – non può inseguire i numeri del giorno, ma deve osservare almeno le variazioni settimanali».
«Nonostante il contagioso entusiasmo per l’avvio della “fase 2” – conclude Cartabellotta – serve la massima prudenza: se oggi, infatti, ospedali e terapie intensive iniziano a “respirare”, i numeri confermano che la curva dei contagi non è affatto sotto controllo ed il rischio di una nuova impennata dei casi è sempre in agguato».
«Considerato che la riduzione dei nuovi casi sembra inferiore a quanto atteso – continua il Presidente Cartabellotta – la Fondazione GIMBE ha effettuato una revisione di evidenze scientifiche e narrative per identificare le possibili motivazioni, con il duplice obiettivo di informare le Istituzioni sui parametri per avviare la “fase 2” e di sensibilizzare decisori della sanità, datori di lavoro e popolazione sulle proprie responsabilità».

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