Coronavirus, “le alternative al DPCM ci sono”: l’immunologa spiega cosa fare subito e nelle prossime settimane

Nuovo DPCM, immunologa: "Tra un mese ci troveremo in un paese ancora colpito dall’epidemia ma in più disintegrato dal punto di vista economico e sociale"
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Cosa fare (per chi mi dice che non c’erano alternative)“: questo il titolo del post che la dott.ssa Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, dedica su Facebook alle misure in grado di frenare la corsa dell’epidemia di Coronavirus.
L’immunologa ha fatto il punto sulle alternative possibili alle restrizioni imposte dal nuovo DPCM, dopo avere espresso contrarietà alla chiusura di bar e ristoranti alle 18: “Not in my name. La decisione di imporre la chiusura di bar e ristoranti (perché salvo pochi casi questo significa chiusura totale, non ci prendiamo in giro), palestre, teatri e cinema significa condannare intere famiglie alla disperazione e un intero paese ad una tensione sociale insostenibile. E’ una decisione irrazionale, cieca, assurda. Non so se queste misure avranno un impatto sulla diffusione dei contagi e, onestamente, io non lo credo, perché le persone si incontreranno ugualmente ma in posti non controllati (ma mi auguro di sbagliare). Certamente avrà un impatto disastroso sulla salute di moltissimi individui e di tutta la collettività. Nel tempo, aumenteranno i casi di depressione, i suicidi, la violenza domestica. La didattica a distanza per tutte le classi delle superiori contribuirà a peggiorare il quadro, sia a breve sia a lungo termine. Per molti ragazzi la scuola è l’unico posto sicuro, l’unico strumento che possa salvarli, l’unico luogo di socializzazione.
So che nel Governo qualcuno si è battuto perché questo non accadesse. Il vice-ministro Sileri mi ha chiamato ieri sera e mi ha espresso tutta la sua contrarietà a queste misure inutili e dannose. Ma evidentemente l’irrazionalità ha prevalso sull’equilibrio.
Tra un mese ci troveremo in un paese ancora colpito dall’epidemia ma in più disintegrato dal punto di vista economico e sociale. Cosa faremo allora? Cosa si farà a fine novembre quando ci si accorgerà che le misure non hanno avuto l’impatto sperato? O, se anche dovessero miracolosamente funzionare, a quel punto qual è il piano per arrivare a fine 2021, quando forse il vaccino sarà davvero disponibile per gran parte della popolazione? Cosa verrà fatto in questo mese di nuovi sacrifici per far sì che a partire dal 24 novembre tutto possa ricominciare a funzionare?
Su questo nessuna risposta. Si naviga a vista perché nessuno ha pensato di accendere il radar.
Il radar sono i dati, quelli che in questi mesi devono essere stati raccolti per il tracciamento. Quei dati che, se sapientemente usati, dovrebbero dirci dove avviene il contagio e dove no. Il radar è anche la lungimiranza, la consapevolezza che il virus non andrà via, che il vaccino non sarà una soluzione rapida e che non possiamo tirare avanti tra lockdown e coprifuoco. Imporre scelte così pesanti senza avere la dimostrazione della loro necessità ed efficacia non è ammissibile.”

In seguito l’immunologa ha dunque elencato criticità e possibili soluzioni:
Problema scuola-trasporti.
Subito: prime 3 classi delle superiori lezioni in presenza con ingressi sfalsati. Ultimi due anni DaD 75%.
Nelle prossime settimane: trovare nuovi mezzi e personale per far tornare tutti in presenza.

Chiusure.
Subito: identificare attraverso i dati di tracciamento raccolti tra maggio e la prima settimana di ottobre i luoghi a maggior rischio di contagio. Chiudere solo quelli (per esempio se salta fuori che nei cinema non ci sono stati contagi, perché chiuderli?).
Nelle prossime settimane: adeguare i locali o le regole per permettere le riaperture.

Contagi.
Subito: DaD per Università. No sport da contatto. Lavoro agile per chiunque non sia necessario sul posto di lavoro. No cerimonie religiose. No sport invernali. Chiare indicazioni per gli anziani e le persone con patologie (devono vedere il minor numero di persone possibile e sempre con mascherina per tutti, quindi niente pranzi, caffè o qualunque occasione in cui non si tenga la mascherina). Se ristoranti aperti (vedere sopra), massimo 4 persone al tavolo (a meno che non siano un unico nucleo familiare). Mascherina obbligatoria sempre dalle scuole medie.
Nelle prossime settimane: far arrivare i test rapidi in ospedali, RSA, scuole, fabbriche. Assumere personale per il tracciamento. Aumentare posti letto in ospedale e assumere personale sanitario (questo è l’unico punto che in realtà non è fattibile in poche settimane).”

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