Coronavirus, Crisanti: “Si parla di sci con 600 morti al giorno. Non è un Paese normale”

Il virologo Andrea Crisanti: "Mi sembra che le misure del Governo sono orientate al buonsenso"
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E’ chiaro che, se le feste di Natale e Capodanno si trasformano in un’occasione di assembramenti come durante l’estate, ricominciamo a gennaio e febbraio: è inevitabile“: lo ha dichiarato a ‘Buongiorno’, su Sky Tg24, il virologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’università di Padova. “Più abbiamo socialità e più diamo occasione al virus di trasmettersi. C’è da bilanciare l’aspetto economico e di qualità della vita col fatto che questo si associa a maggiori ricoveri e morti“. “Da quello che è trapelato, mi sembra che le misure del Governo sono orientate al buonsenso. Si cerca di fare in modo che queste feste di Natale siano un’occasione per consolidare i risultati ottenuti“.
Rimango senza parole che si parli di sci con 600 morti al giorno. Andare a sciare per divertirsi sapendo che questo causerà un aumento dei contagi e dei morti? Penso che questo non sia un Paese normale“. “Il problema non è l’impianto da sci, se sanifico le cabine o i sedili delle seggiovie. Il problema è l’assembramento che si crea prima e dopo, la socialità che c’è, gli alberghi pieni“. Riguardo al rischio che gli italiani vadano a sciare all’estero, per Crisanti “bisognerebbe raggiungere un accordo europeo. Servirebbe la responsabilità di altri Paesi, Svizzera, Austria, Francia, peraltro ancora toccati pesantemente“.


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