Una sfera luminosa nei cieli di Tropea: forse un fulmine globulare (Foto)

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Una sfera luminosa che si innalza nel cielo e vi rimane per qualche minuto, per poi allontanarsi lentamente e perdersi sulla linea dell’orizzonte. E’ quanto accaduto nella serata di ieri nell’area cittadina di Tropea (Vibo Valentia), appena sopra il convento dei frati minori di Via dell’Ospedale. Un evento che ha da subito impressionato i residenti, che grazie alla moderna tecnologia, hanno potuto immortalare il fenomeno. Autore dello scatto – come si legge sul sito tropeaedintorni.it – Arnaldo Alfieri, da un’abitazione in contrada Croce, presso le “cosiddette” case di campagna.
Una spiegazione plausibile, viste le caratteristiche osservate, potrebbe venire dai fulmini globulari. Un fulmine globulare è un evento luminoso dell’atmosfera che presenta dimensioni variabili. Si tratta di uno dei fenomeni più misteriosi, studiato in maniera sperimentale, teorica e osservativa soltanto dal XX secolo. Le loro dimensioni variano da 2 cm a 10 metri, ma generalmente sono di 20 – 50 cm. Hanno il bordo un pò sfumato e al loro interno a volte è presente un nucleo più chiaro. Rimangono visibili da pochi secondi a qualche minuto, con molte eccezioni. Il loro colore varia dal rosso, arancio, giallo, bianco e blu, che sono i colori più frequenti. La teoria più accreditata in merito a questo ignoto fenomeno è quella formulata da Graham Hubler degli U.S. Naval Research Laboratory di Washington. Essa sostiene che il fulmine globulare sia una combinazione di fenomeni elettromagnetici e chimici. In sostanza un classico fulmine, che colpendo il terreno, disintegrerebbe alcuni elementi chimici come il silicio. Questi elementi chimici volteggiando nell’aria si miscelerebbero con l’ossigeno e per via dell’altissima temperatura produrrebbero del plasma incandescente che è quello che viene identificato come fulmine globulare. Invitiamo i lettori ad inviarci eventuale materiale in possesso, al nostro indirizzo di posta elettronica info@meteoweb.eu o sulla nostra pagina Facebook.

Bibliografia: wikipedia.org

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