Herman Sorgel: l’architetto tedesco che sognava di ridisegnare il mondo e la sua Atlantropa

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ATLANTROPA MONDO - CopiaHerman Sorgel è un architetto e filosofo tedesco nato il 2 aprile 1885 a Ratisbona, ideatore di un utopico e megalomane progetto, presentato nel 1927, quindi in un periodo in bilico tra la grande fiducia nel progresso ingegnerista e i primi segnali della Grande Depressione, detta anche crisi del 29′ o crollo di Wall Street, la grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l’economia mondiale alla fine degli anni 20′ dello scorso secolo. E’ difficile tracciare un tratto omogeneo dell’andamento economico degli anni 20′, dato che esso era determinato dalle condizioni specifiche in cui ciascun Paese uscito dalla Prima Guerra Mondiale, versava, ma vi erano alcuni tratti comuni: la perdita di risorse, la necessità di ricostruirle, di riconvertire l’industria bellica, la difficoltà nel riaprire i canali commerciali internazionali, la differenza sociale interna tra chi aveva approfittato delle speculazioni belliche e chi, al contrario, vedeva perdere il valore del proprio reddito reale.

ATLANTROPA COPERTINA - CopiaE’ in questo scenario che Herman Sorgel ebbe l’idea di arrestare il corso del mare e unire l’Africa e l’Europa in uno solo continente: Atlantropa. Il progetto prevedeva la chiusura dello Stretto di Gibilterra (tra Spagna e Africa), facendo prosciugare il Mediterraneo. Secondo i suoi piani, sarrebbero bastati meno di 60 anni per far abbassare complessivamente le acque di circa 150 metri per effetto dell’evaporazione e tale ritiro sarebbe stato sufficiente per far apparire oltre 600.000 km quadrati di nuove terre emerse. Genova, Messina e Napoli sarebbero divenute metropoli terrestri, la Sicilia sarebbe divenuta un tutt’uno col resto del continente, la Sardegna e la Corsica si sarebbero fuse in una sola e solo la bellezza di Venezia sarebbe stata messa al riparo dal ritiro del mare, grazie alla creazione di un’apposita laguna artificiale. Per realizzare il suo progetto, erano necessarie altre dighe tra la Sicilia e la Tunisia, nel canale di Suez e nel Bosforo.

ATLANTROPA CARTINA - CopiaL’aspetto più futuristico della visione di Sogel riguardava la possibilità di sfruttare tutto questo sistema di dighe sullo Stretto di Gibilterra come delle colossali centrali idroelettiche in grado di produrre incredibili quantità di energie tramite gradini, dislivelli e cascate d’acqua prodotte dalla spinta dell’Atlantico. Sorgel, dal 1927 fino alla sua morte, in 4 volumi e oltre 1000 pubblicazioni, tentò di attirare l’attenzione dei governi sul progetto di costruire una diga lunga 35 km nello Stretto di Gibilterra, che avrebbe portato oltre 20.000 posti di lavoro e rilanciato l’economia europea. L’Africa avrebbe dovuto subire un processo di industrializzazione e colonizzazione forzata. Ciò era in linea con l’ideologia colonialista che, a cavallo tra gli anni 20 e gli anni 30, vedeva il Continente Nero come un territorio abitato da selvaggi improduttivi. L’Africa, quindi, doveva sottostare al “superiore” uomo bianco. Questa concezione non poteva essere però più tollerata dopo la lotta globale al fascismo e al razzismo della Seconda Guerra Mondiale.

ATLANTROPA CARTINA BIANCO NERA - CopiaIl ritiro del mare, inoltre, avrebbe portato alla luce ingenti quantità di sale, un problema enorme che avrebbe osacolato qualsiasi tipo di coltivazione. Il prosciugamento del Mediterraneo e la creazione di bacini idrici in Africa avrebbe condotto alla desertificazione e generato catastrofi mondiali. Sorgel sperava che le Nazioni europee potessero collaborare ad un progetto comune, al punto da fondare, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Istituto Atlantropa, che organizzava dibattiti per diffondere le idee del suo ideatore. L’archittetto fautore di un utopico progetto venne investito da un’auto che non fu mai identificata, morendo poche ore dopo in ospedale, a Natale 1952 e il suo Istituto venne chiuso 8 anni dopo la sua morte, nel 1960.

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