Messina, erosione costiera tra Galati e Tremestieri: come il nuovo scalo sta modificando il litorale

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01Nel 2006 è stato completato lo scalo portuale di Tremestieri, a Messina Sud, per allontanare il traffico dei TIR dal centro storico.  Nella figura a sinistra è schematicamente sintetizza l’attuale situazione del litorale a sud dello scalo portuale di Tremestieri; nella figura centrale è schematizzata l’evoluzione attesa in seguito alla costruzione del secondo Scalo Portuale di Tremestieri (figura a destra).

Lo scalo è stato realizzato sul litorale sabbioso-ghiaioso che si sviluppa sulla costa orientale ionica della Sicilia per decine di chilometri fino al porto di Messina lungo il quale avviene il trasporto di sedimenti (dalla battigia fino a 4-5 m di profondità circa) da sud verso nord in relazione alle mareggiate anche molto potenti di scirocco.
Le mareggiate alimentate dal grecale sono poco influenti e determinano una limitata ridistribuzione dei sedimenti verso sud.
Lo scalo è stato realizzato costruendo un molo e dragando l’area per raggiungere il fondale necessario all’attracco dei traghetti.
Il molo è stato spinto oltre l’originaria spiaggia emersa ed ha rappresentato uno sbarramento al trasporto dei sedimenti lungo costa che si sono progressivamente accumulati determinando un vistoso ripascimento della spiaggia emersa e di quella sommersa ed una inevitabile dispersione lungo la scarpata sommersa sul cui ciglio termina la difesa foranea.
La punta del molo, infatti, è stata attestata sul ciglio di una scarpata sommersa che determina un rapido approfondimento del fondale; nel 2010 essa è stata interessata da un vistoso dissesto.
Il ripascimento è avvenuto rapidamente dopo la costruzione dello scalo (a testimonianza del costante apporto verso nord dei sedimenti in concomitanza con le mareggiate di scirocco) tanto che durante le mareggiate i sedimenti sormontano il molo accumulandosi nello specchio d’acqua adibito a scalo causando seri inconvenienti alla navigazione marittima come accaduto in seguito alla mareggiata di inizio novembre 2014.
I sedimenti accumulatisi a sud del molo risultano protetti dal moto ondoso indotto dal grecale per cui rappresentano sedimenti irreversibilmente sottratti al litorale che si spinge fino a Galati per circa 5-6 chilometri a sud.
Lo scalo marittimo, pertanto, e come era facilmente prevedibile, ha determinato uno scompenso diretto sugli equilibri del litorale a sud sottraendo irreversibilmente volumi di sabbia, sempre maggiori, per cui i sedimenti una volta trasportati dalle mareggiate di scirocco a ridosso del molo si accumulano nella trappola di sedimenti artificialmente creata ed in parte si disperdono lungo la scarpata sommersa e superano la difesa foranea colmando, in parte, l’area portuale.


02La figura accanto evidenzia la scarpata sommersa che si trova ad alcune decine di metri ad est della battigia lungo la quale è inevitabile che avvenga la dispersione irreversibile dei sedimenti durante le mareggiate di scirocco. E’ evidente il ripascimento causato dall’accumulo dei sedimenti erosi lungo il litorale a sud del porto e la invasione dell’area portuale ripetutasi varie volte in occasione delle mareggiate di scirocco.

Subito dopo la costruzione del molo dello scalo di Tremestieri a circa 4-5 chilometri a sud è iniziato un aggravamento dei fenomeni erosivi che hanno indotto a costruire opere di difesa costiera come barriere soffolte e radenti nel tentativo di evitare gravi dissesti ai manufatti costieri.
La mareggiata dell’inizio novembre 2014 ha determinato danni molto gravi a vari manufatti di Galati e la scomparsa irreversibile di migliaia di metri quadrati di spiaggia emersa.
Contestualmente enormi volumi di sabbia hanno sormontato il molo e invaso l’area portuale causando l’interruzione della navigazione portuale.
Nell’ambito del litorale a sud di Tremestieri, che era già interessato da una lenta e progressiva erosione, la costruzione dello scalo marittimo ha rappresentato una causa di notevole aggravamento irreversibile del fenomeno.
E non finisce qua!
Nel senso che il volume di sedimenti ormai sottratto irreversibilmente alla “economia della spiaggia” non sarà “ricompensato” naturalmente e continuerà ad aggravare l’erosione a sud e a nord dello scalo portuale anche in seguito a localizzati e non coordinati interventi (barriere soffolte, barriere radenti, ecc.) realizzati in alcuni tratti di costa nel tentativo disarticolato di cercare di contenere i danni ai manufatti e alle proprietà pubbliche e private.

03La figura in basso (1) illustra il litorale di Galati (circa 3-5 chilometri a sud dello scalo portuale di Tremestieri) nel 2005 prima della costruzione del porto. Le lettere A, B e C individuano i tratti costieri illustrati anche nelle figure al centro ed in alto. Nel tratto A (figura 2) per contrastare l’erosione della spiaggia e contenere i danni ai manufatti è stata realizzata una barriera soffolta che ha contenuto il fenomeno erosivo il quale ha immediatamente interessato il tratto B lungo il quale è stata realizzata una barriera radente. L’erosione ha successivamente intaccato il tratto C causando danni notevoli ai manufatti specialmente in seguito alla mareggiata di inizio novembre 2014, come si vede nelle immagini riportate nella figura 4, in alto. La figura 3 evidenzia la posizione dei tratti A, B e C rispetto allo scalo portuale ubicato da 3 a 5 chilometri circa a nord ed evidenzia la progressiva erosione che ha interessato i tratti da A a C e che si accentuerà ancora più a nord in seguito alla sottrazione dei sedimenti che si accumulano a ridosso del molo foraneo e si disperdono nella scarpata sommersa.

Gli effetti causati dalla costruzione dello scalo di Tremestieri erano agevolmente prevedibili e dovevano essere stati ben individuati in uno studio di impatto ambientale.
Gli scriventi non sanno se sia stato fatto uno studio di impatto ambientale preventivo né sono a conoscenza di eventuali interventi coordinati che i responsabili istituzionali che hanno autorizzato lo scalo portuale abbiano intenzione di attuare per “riparare gli errori commessi” aggravando l’erosione costiera irreversibilmente a sud e a nord dello scalo.
Gli scriventi hanno appreso da Internet che è stato progettato un ampliamento, verso sud, dello scalo portuale ed hanno avuto modo di analizzare lo studio di impatto ambientale pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente.

04Nella figura accanto è evidenziata la morfologia costiera prima della costruzione dello scalo portuale di Tremestieri e (schematicamente) le modificazioni della linea di riva avvenute in seguito alla costruzione del porto attuale. Nella figura in basso è riportata la modificazione della costa in seguito al progettato secondo scalo portuale. E’ evidenziata la linea di riva prima della costruzione dello scalo attuale e la prevedibile dispersione irreversibile dei sedimenti lungo la scarpata sommersa.

Il nuovo scalo sarebbe realizzato impegnando la spiaggia emersa e sommersa a sud di quello attuale e le opere sarebbero costruite fin sul ciglio della scarpata sommersa che è ubicata più vicino alla battigia rispetto alla zona dove è stato realizzato lo scalo attuale; in tal modo i sedimenti trasportati verso nord dalle mareggiate di scirocco non si potranno accumulare a ridosso delle nuove strutture ma inesorabilmente franerebbero lungo la scarpata sommersa come già deve avvenire oggi in corrispondenza del molo foraneo dello scalo attuale.
E’ agevole prevedere che si creerebbe una diretta e continua dispersione e sottrazione dei sedimenti alla “economia della spiaggia” a sud dello scalo.
In parole povere si aggraverebbe ulteriormente la “distruzione” della spiaggia.
Di tale prevedibile impatto negativo non si fa alcun cenno nel citato studio che propedeuticamente deve individuare gli impatti negativi delle opere che si intendono realizzare.
La legge sulla VIA è precisa: il proponente di un’opera (pubblica o privata) deve individuare tutti gli impatti. Se non lo fa, trattandosi di impatti prevedibilissimi, vuol dire che volontariamente si omette di evidenziare il problema e quindi non si rispetta la legge vigente con tutte le conseguenze.
Gran parte di questi argomenti sono stati discussi il giorno 17 dicembre 2014 in una pubblica discussione con i responsabili della competente circoscrizione e con una folta e documentata rappresentanza dei cittadini.
E’ parere degli scriventi che l’opera può essere realizzata in quanto ritenuta di strategica importanza per allontanare il traffico pesante dal centro storico di Messina; essa, però, non deve causare ulteriori problemi ambientali e di sicurezza ai manufatti costieri a sud e a nord dello scalo progettato prevedendo e realizzando propedeuticamente i necessari e duraturi interventi condivisi con coloro che sono interessati alla sicurezza ambientale.

 05Nella figura accanto è evidenziata la morfologia costiera prima della costruzione dello scalo portuale attuale e la posizione del ciglio della scarpata sommersa. Nella figura in basso è illustrata la morfologia costiera dopo la costruzione del secondo scalo portuale di Tremestieri.

Si fa presente che nello studio di impatto ambientale relativo al secondo scalo viene propagandato come impatto positivo solo il ripascimento artificiale che si attuerà a nord dello scalo mediante i sedimenti che saranno asportati per ottenere i necessari fondali marini nell’ambito della zona degli attracchi dei traghetti.
In conclusione si sottolinea che lo scalo portuale attuale ha determinato l’aggravamento irreversibile dell’erosione del litorale a sud e a nord; inoltre in corrispondenza del molo foraneo, verso sud, si è determinato un ripascimento della spiaggia emersa e sommersa e una quasi certa dispersione irreversibile di sedimenti verso la scarpata sommersa che corre parallelamente alla linea di riva.
Il prelievo di alcune decine di migliaia di metri cubi di sedimenti dall’interno dell’area portuale accumulatisi in occasione della mareggiata di inizio novembre 2014 ed il loro trasporto nella zona di Galati non rappresenteranno un significativo e duraturo intervento di ripascimento rispetto alle centinaia di migliaia di metri cubi che sono stati erosi negli ultimi anni dopo la costruzione dello scalo di Tremestieri.
Dopo anni di colpevole assenza istituzionale come la mancata previsione degli impatti negativi sul litorale in seguito alla costruzione dello scalo portuale di Tremestieri lungo una spiaggia interessata dal transito di notevoli volumi di sedimenti si deve evitare l’attuazione di interventi di “facciata” ma poco efficaci.
Si sottolinea che la realizzazione del secondo scalo aggraverà irreversibilmente la situazione in quanto il progetto non prevede nessun intervento di compensazione e difesa preventiva del litorale a sud.
Si evidenzia pure che lo studio di impatto ambientale relativo al secondo scalo portuale è “reticente” colpevolmente e ingiustificatamente per quanto riguarda il prevedibile impatto negativo sul litorale a sud come già si è verificato con la costruzione dell’attuale scalo portuale.
Occorre un piano di restauro geoambientale del litorale a sud di Tremestieri dove vi sono situazioni di pericolo durante le forti sciroccate nei tratti di litorale gravemente interessati da erosione.
Sono da valutare interventi immediati tesi a garantire la sicurezza ambientale e dei manufatti pubblici e privati nel quadro di un generale restauro geoambientale che preveda anche il ripascimento duraturo utilizzando i sedimenti accumulatisi lungo varie valli fluviali della zona a sud di Messina come già precedentemente proposto dagli scriventi.
La potenza della recente mareggiata evidenzia che l’eventuale ricorso a nuove barriere radenti va fatto utilizzando massi delle massime dimensioni consentite (come sostenuto dal Genio Civile di Messina) e non come quelli di seconda e terza categoria come risulta dal progetto del Servizio di Messina della Protezione civile regionale.
I massi devono garantire sicurezza ed anche una loro riutilizzazione successiva nel quadro di un auspicabile intervento di restauro geoambientale di tutto il litorale in esame.
La stabilità della scarpata sul cui ciglio si attesta l’estremità del molo dello scalo attuale e sono posizionate le strutture portuali progettate deve essere attentamente verificata e monitorata.
La notevole e rapida modificazione della morfologia della spiaggia emersa e sommersa tra lo scalo portuale e Galati impone un adeguato e ripetuto rilievo della morfologia e dei fenomeni geomorfologici in atto.
Va seriamente preso in considerazione l’impatto di future potenti mareggiate di scirocco sui tratti costieri già danneggiati dalla recente mareggiata di inizio novembre 2014; durante l’incontro del 17 dicembre 2014 è stato proposto di attivare un innovativo sistema di allarme mareggiata basato sui dati rilevati in tempo reale della Rete Mareografica Nazionale, stazioni di Messina e Catania, quali ad esempio le previsioni del giorno precedente, l’altezza idrometrica durante le alte maree, la pressione atmosferica e la velocità del vento.

Prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia, docente del Master in Pianificazione Comunale, Università di Napoli Federico II.
Prof. Ing. Angelo Spizuoco, Centro Studi di Ingegneria, San Vitaliano, Napoli.

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