Dall’Apollo 1 al Challenger fino al Columbia, il sacrificio dell’uomo per l’esplorazione spaziale

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Era il 28 gennaio 1986 quando la navetta spaziale Challenger esplodeva dopo 73 secondi dal lancio. Fu uno di quei momenti che difficilmente può essere dimenticato e che fu causato da un guasto ad una guarnizione. Morirono 7 persone, l’intero equipaggio. Era le venticinquesima missione e il decimo volo del Challenger. L’incidente fu causato dalla pressione, che spaccò una saldatura tra due sezioni del serbatoio e la guarnizione principale che avrebbe dovuto sigillare il foro. Il problema fu causato dal gelo della notte precedente che fece perdere elasticità. Al momento del lancio si era formato del fumo grigio insolito, ma ormai era impossibile intervenire.

La missione delle prime volte. La missione vedeva la partecipazione del primo civile a bordo di una navetta: l’insegnante Christa McAuliffe selezionata tra 11.000 candidati nell’ambito del progetto “Teacher in Space“, ma fu ricordata anche per essere la prima missione in cui morirono sette astronauti americani in volo. La missione era parte del programma Shuttle Transportation System. Il lancio avvenne dal Kennedy Space Center di Cape Carneval, in Florida alle 11:38. L’incidente fu uno dei più gravi ed ebbe un’incidenza mediatica perchè seguita da tanti studenti nel mondo.  Il programma fu sospeso per tre anni ed è stato reintrodotto per fornire e costruire la Stazione Spaziale Internazionale. Solo il disastro del 2003, quando morirono i membri dell’equipaggio al rientro, bloccò nuovamente il programma.

Le missioni spaziali oggi. Al momento, sembra essere migliorata la sicurezza dei voli grazie al fatto che, i lanci dei razzi nello spazio sembrano essere diventati una routine. Grazie all’entrata in gioco di aziende private sembra avvicinarsi anche l’ipotesi di poter realizzare viaggi per piacere. La NASA ricorda oggi la terribile vicenda con un video tributo dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita nelle missioni spaziali. In questa data, la NASA celebra due cerimonie, una al cimitero di Arlington ed una al Kennedy Space Center. “L’esplorazione dello spazio e’ una delle sfide piu’ complesse in cui siamo impegnati – ha sottolinato il presidente Usa Barack Obama nel messaggio inviato alla Nasa per l’occasione – dall’Apollo 1, al Challanger fino al Columbia, americani coraggiosi hanno sacrificato la loro vita per spingersi sempre oltre ed esplorare nuove frontiere“. “Nonostante tutti i pericoli continuiamo a cercare di raggiungere le stelle. Le nuove partnership con l’industria privata porteranno allo sviluppo di invenzioni rivoluzionarie che gli americani porteranno nel sistema solare e un giorno su Marte. Il nostro viaggio prosegue“.

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