Accadde oggi: nel 1842 il primo intervento chirurgico con anestesia

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Era il 30 marzo 1842, quando James M. Venable fu operato dal giovane medico Crawford Williamson Long, che gli dovette asportasse un tumore dal collo. Long, 27 anni, laureatosi solo tre anni prima all’Università della Pennsylvania e medico a Jefferson, gli aveva assicurato che non avrebbe sentito dolore perché avrebbe utilizzato un efficace antidolorifico, inalato da una boccetta fumigante: si trattava di etere. Per quanto i suoi effetti analgesici fossero stati già studiati da Paracelso nel 1500 la chirurgia tagliava e amputava ignorando il dolore dei pazienti. Long, dopo aver partecipato ad uno dei tanti “party all’etere” che andavano di moda tra i giovani del periodo e nei quali si usava la miscela di alcol ed acido solforico – sfruttata fin dal 700 come “medicinale” dalle donne (cui era vietato l’utilizzo di alcol) e poi utilizzata come solvente -, per aumentare l’ebrezza degli invitati, Long riuscì a studiarne dal vivo gli effetti analgesici.  E così fu proprio lui a portare a termine il primo intervento chirurgico con l’uso di un analgesico, l’etere appunto, dando inizio alla lunga storia dell’anestesia, che finalmente teneva conto del dolore dei pazienti. Venable si svegliò dall’anestesia e sopravvisse, e in seguito Long sperimentò l’etere altre volte con successo. Il medico, però, dovette fermarsi quando iniziarono a circolare false voci che lo accusavano di stregoneria. Riuscì a pubblicare i suoi studi solo in un secondo momento, e morirà poi nel 1878, a 63 anni, assistendo una partoriente.

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