Quando fu trovata da un diportista e recuperata qualche settimana fa dalla Capitaneria di porto di Cefalù (Palermo), Giulia pesava 22 chili. La tartaruga della specie Caretta caretta non respirava bene e aveva ingerito numerosi pezzi di plastica, scambiandoli probabilmente per sarde o seppioline, il suo cibo preferito. Giulia, che ora pesa 24 chili, oggi ha ripreso il largo tra la gioia dei medici che l’hanno soccorsa e dei bambini che hanno partecipato all’evento, nella caletta di Sant’Erasmo al Foro Italico, presso la ‘Casa lavoro e preghiera di padre Messina‘, a Palermo. La tartaruga è stata liberata grazie alle cure di biologi e veterinari del Centro regionale di recupero per tartarughe marine, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, dove è arrivata a metà febbraio.
Le tartarughe marine sono specie minacciate, a rischio di estinzione e per questo motivo alcune, come la Caretta caretta, sono inserite nella lista rossa della Iucn (International Union for Conservation of Nature), organismo internazionale che supervisiona gli esemplari protetti. Dal 2003, anno di nascita del Centro di monitoraggio dello Zooprofilattico, sono 250 le tartarughe soccorse dall’istituto, di cui una quarantina, dopo aver ricevuto le cure necessarie, sono già state liberate nel loro habitat naturale. “Giulia è la prima che quest’anno liberiamo – ha spiegato Santo Caracappa, direttore sanitario dell’Istituto zooprofilattico -. Con l’arrivo della primavera, le tartarughe si avvicinano alle coste per deporre le uova e il recupero si intensifica. Solo in questa settimana ne abbiamo soccorse tre ad Augusta, Milazzo e Pozzallo“.