Terremoti: il fracking mette a rischio sette milioni di persone in America

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A causa della  fratturazione idraulica del sottosuolo finalizzata all’estrazione di petrolio e gas, nota tecnicamente col nome di  fracking, negli Stati Uniti sette milioni di persone vivono o lavorano in aree che sono a rischio terremoto. A dare d’allarme  la Geological Survey statunitense, che per la prima volta ha inserito i terremoti causati dall’uomo nelle mappe di rischio sismico. Lo Stato maggiormente in pericolo è l’Oklahoma, seguito da Kansas, Texas, Colorado, New Mexico e Arkansas.

Gli esperti sottolineano l’esponenziale aumento dell’attività fisica soprattutto nelle zone centrali degli Stati Uniti. Se dal 1973 al 2008 si sono verificati in media 24 terremoti di magnitudo uguale o superiore a 3.0, tra il 2009 e il 2015 la cifra è salita a 318 all’anno.  Il picco è stato raggiunto nel 2015 con 1.010 terremoti. Inoltre lo smaltimento delle acque reflue generate dal fracking attraverso la loro iniezione in pozzi profondi, provoca per gli esperti l’insorgere di terremoto “indotti”. 226 terremoti si sono registrati solo  dall’inizio di quest’anno.

 

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