Una cinquantina di abitanti di Fegino, quartiere di Genova dove domenica è avvenuta una fuoriuscita di petrolio, sono scesi per le strade del paese questo pomeriggio in segno di protesta e per manifestare il loro sdegno e la loro rabbia per quello che è successo ma soprattutto per come doveva essere gestita la situazione dopo gli eventi di domenica scorsa. “Dopo l’ingente sversamento di domenica sera vogliano dire che siamo qui, siamo vigili e seguiamo passo passo questi lavori” – spiega Mauro Zelaschi del Comitato spontaneo cittadini di Fegino – “e ci stupisce che ci siano ancora tutte queste pozze di petrolio sul rio, che si infiltrano nel terreno”.
A scatenare la protesta è stata la decisione della commissione comunale sull’emergenza petrolio, convocata per il 26 aprile a Palazzo Tursi (sede del Comune), di non ascoltare i cittadini, mentre ascolterà i vertici di Iplom, l’azienda dal quale è scaturista la fuoriuscita del greggio: “ci hanno detto che, essendo il nostro un comitato spontaneo, non siamo un soggetto legittimato a parlare – denuncia Antonella Marras – “questo è incredibile, perché noi siamo liberi cittadini e come tali vogliamo essere rispettati e vogliamo poter far sentire la nostra voce”.
Alla manifestazione, che dai giardini Montecucco è arriva ai cancelli della Iplom, hanno partecipato anche diversi anziani e bambini, con la mascherina per proteggersi dalle esalazioni. Con loro c’erano anche il consigliere regionale di Rete a sinistra, Gianni Pastorino, il presidente di Legambiente Liguria, Santo Grammatico, e la presidente del Municipio, Iole Murruni. La situazione è resa ancor più drammatica anche per le conseguenze sulla fauna del luogo: sono moltissimi gli esemplari che sono stati salvati dalle acque del Polcevera, completamente intrisi di petrolio.