Il principe William tenta di scrollarsi di dosso l’immagine di ennesimo membro della famiglia reale più o meno buono a nulla, impigrito dai privilegi e poco entusiasta nell’assolvere a doveri imposti dal suo ruolo. Un’immagine che recentemente gli è stata cucita addosso da una parte della stampa di destra, che non gli ha perdonato di aver lasciato intendere di essere contrario alla Brexit. “Prendo seriamente i miei doveri“, ha detto William in un’intervista alla Bbc rilasciata in occasione dei 90 anni della regina Elisabetta. Al momento, ha spiegato il secondo in linea di successione al Trono britannico, le attenzioni maggiori vengono rivolte al suo ruolo di padre e di pilota di eliambulanze, un “lavoro utile, ma quando sua nonna Elisabetta sarà pronta a fare un passo indietro, “sarò il primo ad accettare” le nuove responsabilità.
Si tratta, ha detto ancora William, di “trovare la propria strada al momento giusto perché se non stai attento il dovere può schiacciarti precocemente“. In un’altra intervista rilasciata a Sky News, William ha parlato con affetto della nonna Elisabetta e dell’aiuto ricevuto per superare il trauma della perdita di sua madre, la principessa Diana. “E’ stata di grandissimo sostegno e ho veramente apprezzato la sua guida“, ha detto il duca di Cambridge. Eisabetta, ha aggiunto, “è stata un’influenza femminile molto forte e avendo perso mia madre così presto è stato veramente importante per me avere qualcuno come la regina da ammirare, che è stata presente e che ha compreso cosa significa perdere una persona amata“. Ma Elisabetta, quando richiesto, ha saputo essere anche una nonna severa, pronta a rimettere in riga i nipoti, ha detto William ricordando un noto incidente degli anni della sua infanzia.
L’episodio accadde al castello di Balmoral, quando il giovanissimo William finì nei guai insieme al cugino Peter Phillips. I due, a bordo di un quad, stavano inseguendo nel parco di Balmoral l’altra cugina, Zara Phillips, che rischiò di rimanere schiacciata da un lampione pericolante. La regina, dopo aver attraversato il prato di corsa, “arrivò come una furia e ci diede una potente lavata di capo e da allora non me lo sono più tolto dalla mente“.