Anno nero, il 2015, per la mortalità in Italia, con un vero e proprio picco: sono stati 54.000 i decessi in più rispetto all’anno precedente. “Questo incremento è dovuto al costante aumento del numero delle persone molto anziane nel nostro Paese e all’andamento ciclico della mortalità osservabile nei dati in serie storica. Quindi tale incremento non deve destare particolare allarmismo, poiché è legato per lo più a fenomeni di natura demografica“, spiega Alessandro Solipaca, segretario scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle regioni italiane, che pubblica il Rapporto Osservasalute 2015, presentato oggi all’università Cattolica di Roma.
Per Solipaca, però, “merita però attenzione da parte del Servizio sanitario nazionale il fatto che alcuni decessi sono riconducibili all’ondata di calore sperimentata nell’estate 2015 e alla mortalità per complicanze dell’influenza nella popolazione anziana. Si tratta cioè di morti evitabili con efficaci politiche di prevenzione, in particolare con quelle finalizzate all’informazione e alla promozione della prevenzione primaria e agli interventi mirati all’aumento della copertura vaccinale antinfluenzale tra gli anziani che, come documentato nel Rapporto, è addirittura in diminuzione“.