“L’Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia in quanto dopo le segnalazioni di diversi istituti di ricerca Italiani la stessa unione ritiene troppo restrittiva la legge sulla sperimentazione rispetto a quella Europea,” riferisce AIDAA in un comunicato. “In realtà a parte alcune questioni procedurali sono tre le differenze vere tra la nostra legge e la normativa europea: il divieto di allevare cani ed altri animali da vivisezione, divieto introdotto a furor di popolo dopo la vicenda Green Hill, il divieto di importare alcune specie di primati, ed infine il divieto di usare cani e gatti randagi da sperimentare. Appare fin troppo evidente lo scenario catastrofico che si potrebbe aprire in Italia se il governo dovesse decidere di accettare le proposte europee e di non opporsi. Innanzitutto si vanificherebbe l’effetto Green Hill e ci sarebbe di nuovo il via libera agli allevamenti per la sperimentazione, ma il vero rischio è per il milione di cani e gatti randagi che rischiano davvero di poter essere catturati, o comperati direttamente da canili o gattili e utilizzati in funzione di ricerche e sperimentazioni su farmaci o comunque sottoposti a torture per non ben chiare motivazioni scientifiche.“
“La partita è grossa e se dovesse passare il principio proposto dall’Unione Europea l’Italia farebbe un salto all’indietro di almeno 20 anni in pochi mesi vedendo cosi cancellati anni di battaglie per i diritti degli animali”: questo ha dichiarato il presidente AIDAA Lorenzo Croce