Anno nero nei cieli egiziani, tra voli abbattuti e dirottati: i precedenti

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Dal volo russo precipitato nella Penisola del Sinai il 31 ottobre del 2015 all’aereo dell’EgyptAir dirottato il 29 marzo all’aeroporto di Larnaca a Cipro da un cittadino egiziano. Sono i due precedenti dell’anno nero nei cieli egiziani, specchio di un’insicurezza globale dovuta alla minaccia posta dal terrorismo internazionale. Sul caso dell’Airbus russo della compagnia aerea Kogalymavia, precipitato nella Penisola del Sinai dopo essere partito dall’aeroporto di Sharm el Sheik e costato la vita a 224 tra passeggeri ed equipaggio, nei mesi si sono susseguite diverse ipotesi. Se Mosca ha da subito temuto si trattasse di un atto terroristico, Il Cairo ha inizialmente cercato di sostenere la tesi del guasto tecnico, anche per ‘salvaguardare’ il Paese da un’ulteriore restrizione nel comparto del turismo, già messo a dura prova dall’instabilità interna. Smentendo anche la rivendicazione arrivata dalla cellula egiziana del sedicente Stato Islamico (Is) circa l’abbattimento del velivolo. Il 24 febbraio scorso sono arrivate però le prime ammissioni egiziane ufficiali, con il presidente Abdel Fattah al-Sisi che ha dichiarato che l’Airbus russo è stato abbattuto da terroristi che vogliono destabilizzare il Paese. Il 14 aprile anche la Procura egiziana ha deciso di indagare per atto criminale. Il 29 marzo sono invece stati vissuti momenti di panico sul volo EgyptAir partito da Alessandria e diretto al Cairo, dirottato verso l’aeroporto internazionale di Larnaca a Cipro da un uomo che sosteneva di indossare una cintura esplosiva. Nel giro di poche ore, dopo l’atterraggio a Cipro, si è scoperto che il dirottatore era in realtà un uomo che voleva chiedere asilo politico a Nicosia, dove risiedono l’ex moglie e i figli che non vedeva da anni. Quello che sembrava un atto terroristico, quindi, si è poi rivelato una questione privata. L’uomo, Seif Eldin Mustafa, è attualmente a processo a Nicosia.

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