Terremoto del Friuli, Zaia: “E’ stata una tragedia enorme, ma anche una grande prova di solidarietà”

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Non c’è veneto che non ricordi, direttamente o indirettamente, quel 6 maggio di 40 anni fa, quando la terra tremò a lungo e con forte intensità. Ero bambino, ma le immagini della distruzione dei vicini paesi friuliani, delle tante vittime e della corsa agli aiuti verso Gemona, Osoppo e la Carnia sono vive e indelebili“. Così il presidente del Veneto Luca Zaia ricorda in prima persona il 6 maggio del 1976, la devastazione causata dal TERREMOTO che squassò la Carnia, la lotta contro il tempo per salvare vite umane e la catena di aiuti e solidarietà che subito si innescò tra le genti venete e friulane, tra destra e sinistra del Tagliamento.

In quei giorni – prosegue – abbiamo rivissuto con sgomento le ‘nostre’ grandi tragedie (l’alluvione del Polesine, il Vajont, l’aqua granda’ di Venezia) e ci siamo subito mobilitati per portare aiuto ai nostri fratelli friulani. A 40 anni da quella catastrofe il sentimento che prevale oggi su tutto è la grande esperienza di solidarietà che unì il Paese attorno alle comunità più colpite. Migliaia di giovani, di alpini, di tecnici, di semplici volontari partirono subito dal Veneto per portare soccorso tra le macerie dei paesi friulani, in una gara improvvisata ma corale, contro il tempo“. “Fu una grande gara di generosità e una prova di vera fratellanza – evidenzia Zaia – che ha accomunato veneti e friulani nella grande impresa della ricostruzione. Non c’è stata famiglia, associazione, parrocchia, fabbrica o istituzione che non si sia sentita in dovere di offrire aiuto e di sostenere, con braccia, mezzi e risorse, la fatica orgogliosa dei nostri conterranei determinati a risollevarsi e a ricostruire subito i loro paesi e le loro città. Siamo debitori ai nostri fratelli friulani di una esemplare testimonianza di coraggio, di tenacia, di laboriosità e di dignità nell’aver saputo ricostruire i loro paesi e le loro comunità, dov’erano e com’erano“.

Ma soprattutto – sottolinea – siamo loro debitori per aver dimostrato all’Italia e al mondo cosa sanno fare le genti del Nord, come sanno rimboccarsi le maniche, e come sanno promuovere e coordinare con efficienza aiuti e solidarietà, contando prima di tutto sulle proprie forze. E non è certo un caso se la Protezione civile e il volontariato organizzato per la gestione dei grandi eventi sono nati in Friuli, in quei terribili giorni di quarant’anni fa. La forza morale dei friulani – conclude – è stata una lezione per tutti noi, e ha fatto scuola“.

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