Il 22 giugno del 1990, una scossa di terremoto di magnitudo Richter 6.3 colpiva l’Iran settentrionale, causando gravi danni ed oltre seicento morti. Ad essere colpita fu la stessa area devastata dal terremoto del giugno 1990, che aveva causato 40.000 vittime.
Il sisma del 2002 in Iran viene ricordato come “Bou’in-Zahra earthquak” perché l’epicentro venne localizzato nei pressi della città di Bou’in-Zahra. Il massimo risentimento sismico arrivò al VIII grado della scala MCS, causò pesanti danneggiamenti ad infrastrutture ed edifici e oltre mille feriti. La lenta risposta dei soccorsi creò tensioni fra la popolazione, e la macchina di un governatore locale venne assaltata da manifestanti armati di pietre.
L’Iran è un paese altamente sismico: qui tutti i precedenti e gli ultimi terremoti disastrosi, fra cui quello del dicembre 2003 che causò decine di migliaia di vittime. Il motivo di questa alta sismicità è nella posizione “sfortunata” dell’Iran, in un’area geologicamente molto complessa dove si scontrano le placche Arabica ed Eurasiatica: il tutto complicato dalla presenza di microplacche e numerose zone di rottura.
Questa particolarità geologica dell’Iran è anche fonte di “ricchezza” visto che qui si concentrano importanti giacimenti di petrolio.